Sara Errani e il tabù Premier

Sara Errani si trascina dietro un curioso tabù, quello di non aver mai vinto un Premier in carriera. Eppure vi sono riuscite colleghe meno quotate di Sarita.
di Lorenza Paolucci
Sara Errani è la numero uno del tennis azzurro, presente e futuro di un movimento non molto nutrito di talenti. “Sarita”, come la chiamano per il suo legame professionale ed affettivo con la Spagna, è un personaggio che divide il pubblico, per via dei suoi comportamenti e del suo gioco.
Considerata da sempre meno mediatica e talentuosa delle veterane ed ex compagne di Fed Cup, la bolognese zitta zitta nel 2012 fece capolino nel tennis che conta raggiungendo addirittura la finale del Roland Garros. L’acuto parigino non è stato un caso, come in molti ipotizzavano, Sara ha nella costanza la sua arma in più, oltre ad essere drasticamente brava nel vincere le partite da favorita, tutte cose mancate spesso alle sue connazionali. Tutto questo l’ha portata ad issarsi sino al n.5 del mondo, nonostante un importante gap con le più forti, che comunque Sara è riuscita a battere seppur occasionalmente (vedi Azarenka, Li, Venus Williams, Radwanska).
I suoi limiti nel gioco e nel servizio, non le hanno impedito però di tamponare quel crollo in classifica che i più ipotizzavano e che a dire il vero non è mai avvenuto, nonostante periodi sfortunati e di grande difficoltà (vedi le lacrime Us Open 2013). Anche il rapporto con le superfici veloci che mal si addicono al suo gioco, non l’hanno scalfita così tanto, perchè oltre ad una serie di sconfitte anche pesanti e che l’hanno vista spesso impotente, Sara sul cemento vanta quarti e semifinale Slam e vittorie con giocatrici di rilievo. Solo l’erba le resta davvero indigesta, poco male, dato che i tornei in erba restano un eccezione del circuito.
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In contraddizione a quanto sopra detto, Sara è avvolta però da un curioso tabù quello di non aver mai vinto un torneo Premier, ma solo tornei International, nonostante abbia raggiunto quattro finali tra Premier semplici (3) e Premier 5 (1, agli internazionali di Roma). Inutile dire che la vittoria di un Premier sarebbe ampiamente alla portata dell’azzurra, come dimostra anche il fatto che tenniste meno quotate e talentuose di lei li abbiano in bacheca. Inoltre il non esaltante livello della WTA, pone spesso in questi tornei tabelloni non certo di prima scelta.
Il motivo potrebbe essere visto forse nel fatto che il gioco della Errani, sfiancante e grintoso, spesso non basta, perchè può essere disinnescato da avversarie che non cadono nella trappola delle sue tattiche, avversarie che Sara dovrebbe sperare di non incontrare nel suo cammino.
O forse più semplicemente non è ancora arrivato il suo momento, d’altronde lo sport è pieno di queste contraddizioni, soprattutto il tennis che ha visto giocatori come Marion Bartoli e Marin Cilic vincere un torneo Slam, rimasti tabu’ a talenti più esplosivi come Radwanska e Berdych.
A 28 anni Sara ha ancora tanto tempo per rincorrere ciò che le manca.

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