Anche se, per ovvi motivi, ne avrebbe fatto volentieri a meno, la sosta forzata sembra averle fatto bene. Il riferimento è a Sara Errani, fresca trionfatrice nell’ITF da 60.000$ di Suzhou, in Cina. Il rientro alle competizioni, dopo i due mesi di squalifica rimediati per la positività al letrozolo, è stato dei più soddisfacenti per la trentenne di Massalombarda. Infatti, dopo la qualificazione al tabellone principale dell’International di Tianjin e successiva semifinale (persa con la bielorussa Sabalenka) nonché vittoria in doppio insieme alla rumena Begu, l’ex finalista del Roland Garros si è spostata a Suzhou con lo scopo preciso di raccogliere punti utili alla risalita in graduatoria.
Erano dieci anni esatti che Sara non scendeva in campo in un torneo del circuito minore, quello patrocinato dalla Federazione Internazionale. L’ultima volta era successo alla fine di ottobre del 2007 quando prese parte al 100.000$ di Bratislava, peraltro perdendo al primo turno contro Magdalena Rybarikova. Il cammino della bolognese a Suzhou non è stato dei più agevoli, tanto che la Errani ha dovuto cedere due set: uno al secondo turno all’israeliana Glushko e il primo della semifinale con la giapponese Kurumi Nara, testa di serie n°2 del torneo.
Sempre nell’ottica di rientrare quanto prima tra le Top-100 (e dunque garantirsi la possibilità di entrare in tabellone agli Australian Open senza dover passare dalle qualificazioni), Sara ha deciso di rimanere in Cina, precisamente a Liuzhou, per un altro 60.000$ in cui debutterà contro l’ex promessa britannica Laura Robson. Per finire la stagione, poi, Sara avrebbe in programma anche altri tre 125k (Hua Hin, Taipei e Honolulu).
Prima della squalifica, iniziata dopo il torneo di Washington ma che le aveva tolto anche i punti accumulati da febbraio dell’anno in corso, Sara Errani era n°98 del mondo mentre al rientro era scivolata al n°280. Fino a quel momento, il 2017 della romagnola era stato piuttosto avaro di soddisfazioni con un bilancio di 21 vittorie e 20 sconfitte (compresi gli incontri nei tabelloni di qualificazione e in Fed Cup) e la semifinale di Rabat quale miglior risultato.
Dunque, pur nella consapevolezza che non può essere stata l’unica artefice di questa prima parte di resurrezione della Errani, ancora una volta la sosta ha dimostrato di poter tornare utile sia per poter lavorare con più tranquillità sugli aspetti carenti del proprio gioco che per liberare la mente e il fisico dalle tossine negative accumulate in mesi di attività non sempre remunerativa sul piano dei risultati e quindi del morale.
Nel corso della sua carriera, Sara ha dimostrato a più riprese di saper sopperire alla carenza di potenza e di centimetri con un carattere e una visione tattica di primissima qualità; non si spiegherebbero altrimenti il best-ranking (n°5 WTA in maggio 2013), i due anni chiusi nella Top-10 (con altrettante partecipazioni al Masters femminile) oltre ai successi in Fed Cup e in doppio, in cui insieme alla Vinci ha conquistato almeno una volta ciascun torneo dello slam ed è diventata n°1 del mondo il 10 settembre 2012.
In questo momento particolarmente difficile per il tennis femminile italiano, con due sole azzurre (Camila Giorgi e Francesca Schiavone) nelle prime 100 (ma ben oltre le prime 50) e un orizzonte da cui non sembrano spuntare valide alternative (le 21enni Paolini e Brescia e la 23enne Trevisan stentano a fare il salto di qualità), il ritorno della Errani è importante per tutto il movimento. L’augurio è che, dimenticato lo spiacevole episodio del doping, Sara possa completare la sua rinascita per rivederla competitiva nel 2018.