Sara Errani si arrende a Naomi Osaka e dice addio per sempre a Roma in singolare

Internazionali BNL d'Italia 2025
Roma 07/05/2025
Sara Errani
Foto Giampiero Sposito

A 38 anni l’azzurra saluta il singolare con una sconfitta agli Internazionali d’Italia: “Il corpo non risponde più, ma non mi lamento.”

Si chiude un capitolo importante della storia del tennis italiano. Sara Errani, 38 anni compiuti da pochi giorni, ha disputato la sua ultima partita in singolare al Foro Italico. Sconfitta in due set (6-2 6-3) da Naomi Osaka, l’ex numero uno del mondo, la romagnola ha annunciato che proseguirà la stagione solo nel doppio, lasciando alle spalle una carriera straordinaria. “Sì, basta tornei di singolare. Dopo il Roland Garros mi dedicherò solo al doppio. E nel 2026 vedremo se continuare o smettere definitivamente”, ha dichiarato con serenità e consapevolezza.

Una carriera da record e un addio dolceamaro

Errani ha cercato di opporre resistenza alla potenza e alla solidità della giapponese, riuscendo anche a portarsi in vantaggio 3-1 nel secondo set, prima di cedere cinque game consecutivi e dire addio al torneo. Ma per il pubblico del Foro Italico, quella di Sara non è stata una semplice sconfitta, bensì un commiato simbolico, un tributo a una carriera che ha lasciato un segno profondo nel tennis tricolore.

La sua è stata una delle storie più longeve e vincenti del panorama sportivo italiano: 44 titoli WTA (di cui 9 in singolare), 688 partite vinte, sei titoli Slam nel doppio e nel doppio misto, una finale al Roland Garros e una a Roma, la semifinale agli US Open, l’ingresso nella top 5 mondiale, una medaglia d’oro olimpica e quattro Fed Cup conquistate con la Nazionale. Un palmarès che nessun’altra tennista italiana può vantare.

“Certi colpi non riescono più”: la lucidità di una campionessa

Errani non ha nascosto la difficoltà di convivere con i limiti fisici: “Purtroppo il corpo non risponde più come un tempo. Non è bello vedere che certi colpi che ti sono riusciti per anni non funzionano più. È la vita, certo, ma non è facile accettarlo”. Parole pronunciate con lucidità e un pizzico di malinconia, ma anche con la soddisfazione di chi sa di aver dato tutto. “La partita più bella? Forse la semifinale contro Stosur al Roland Garros nel 2012, oppure i successi su Jankovic e Li Na a Roma. No, non posso lamentarmi”, ha concluso sorridendo.

Il futuro è ancora in campo, ma solo in doppio

Il prossimo obiettivo immediato è il torneo di doppio a Roma, dove Sara scenderà in campo con Jasmine Paolini, con la speranza di difendere il titolo conquistato nella scorsa edizione. Il doppio rappresenta così un’ultima fase della carriera che le permetterà di godersi ancora l’ambiente del circuito, ma con ritmi più sostenibili.

Nel frattempo, Roma le ha regalato l’ennesimo tributo. Un lungo applauso, consapevole e affettuoso, per una delle protagoniste più amate del tennis italiano. Il tempo del singolare è finito, ma Sarita non ha ancora detto l’ultima parola.

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