RITRATTI

Serena Williams, il 24esimo Slam sfugge ancora: appuntamento con la storia rimandato

Si chiude l’avventura agli Australian Open per Serena Williams che, dopo esser stata sconfitta in tre set da Wang Qiang – 4-6, 7-6, 5-7 il punteggio – vede sfumare ancora una volta l’appuntamento con la storia.

Il record di Margaret Court resta distante sempre uno Slam ma, ancora una volta, il tempo per eguagliare la campionessa australiana è tutto a favore della più piccola delle sorelle Williams.

Dal ritorno in campo dopo la nascita di Olympia per Serena sembra sia iniziata la “maledizione delle finali”. Eppure, poco prima di fermarsi e annunciare la gravidanza, già incinta della sua primogenita, aveva conquistato il titolo proprio sui campi di Melbourne in una sfida “amarcord” contro la sorella Venus.

Tutto lasciava presagire che, al rientro, Serena Williams avrebbe ripreso la sua corsa verso l’olimpo del tennis. E, invece, da quel momento è arrivata solo – si fa per dire – la scalata del ranking WTA. Nessun trofeo con l’incubo da ultimo atto che, puntuale, si è ripresentato prima a Wimbledon, dove l’Americana ha ceduto il passo a Simona Halep, poi agli US Open nella finale contro Naomi Osaka passata alla storia più per le polemiche e per l’atteggiamento di Serena Williams che per l’impresa della tennista nipponica.

Il peso delle aspettative sembra giocare un ruolo determinate nella sua seconda parte di carriera. Contro ogni pronostico, contro ogni previsione. O, forse, più semplicemente è più difficile – anche per i tifosi – poter accettare che Serena Williams non è più imbattibile.

Lei sembra non dare peso a tutto quel polverone che, ogni volta che torna in campo, è ormai consuetudine che si debba alzare per forza. Si destreggia tra il ruolo di mamma, moglie e atleta cercando di far combaciar tutti gli impegni e le esigenze soprattutto dei primi due.

twitter.com/serenawilliams

Il tempo, comunque, dicevamo, sembrerebbe ancora essere dalla sua parte. La stagione è appena iniziata e altri appuntamenti importanti sono sicuramente segnati nella sua agenda. Il Roland Garros, Wimbledon e i prossimi U.S. Open, il torneo di casa dove tutti fanno il tifo per lei, la stanno aspettando.

Il 24esimo Slam, per sua stessa ammissione, non è un ossessione. Un titolo in più o in meno non toglierà il suo nome dall’elenco delle giocatrici candidate al titolo di G.O.A.T. E, forse, lei la migliore in assoluto lo è stata. Il titolo sarebbe solo un ulteriore tassello di una carriera e di un palmares già eccezionale. Una rivincita contro quelli che, al rientro, già la davano per finita e che, visti i risultati, almeno in parte si sono già dovuti ricredere.

Allora non resta che aspettare. A discapito del tempo che passa, dell’età anagrafica e da ogni possibile condizionamento esterno. In estate, poi, ci saranno anche le olimpiadi – appuntamento al quale la sorella maggiore non vuole mancare – e chissà che un altro incontro con la storia non si verifichi già i Giappone.

Tra alti e bassi le premesse per battere ogni record ci sono tutte. A volte serve solo un po’ di pazienza in più. E, se nel circuito continuano ad arrivare nuove promettenti e sempre più giovani tenniste, certe volte, l’arma migliore resta l’esperienza.

Diletta Barilla

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