Simona Halep alla prova del nove

Dopo le diverse chances sprecate nel corso di tutta la stagione, Simona Halep è finalmente diventata numero 1 del mondo. E lo è diventata forse nel momento migliore della stagione, alla vigilia delle Finals. Adesso è il momento più importante per la conferma: dopo una certa allergia alle partite secche per centrare il fatidico obiettivo, vedremo se stavolta un torneo secco le darà quel tocco di serenità e spregiudicatezza per chiudere l'anno da numero 1 del mondo.

Difficilmente abbiamo visto una rincorsa al numero 1 del mondo così sofferta.

Simona Halep alla fine ci è riuscita: dopo aver sprecato finali, perso incontri contro le dirette concorrenti, uscite premature e sindromi da braccino, la rumena diventa la quinta numero 1 del mondo del circuito femminile in questo pazzo 2017.

Un vero e proprio incubo per la rumena, ma una vera e propria maledizione anche per le colleghe.

In principio fu Angelique Kerber, principale vittima della maledizione; dopo aver iniziato la stagione al vertice grazie ad un grande 2016, la tedesca si è persa ed ha ceduto il trono subito dopo gli Australian Open alla vincitrice del titolo Serena Williams; quest’ultima però si è presto fermata ai box per portare a termine la gravidanza abbracciare il proprio primo figlio. Con l’americana ferma, basta qualche pessimo risultato alla Kerber per riprendersi lo scettro, salvo poi ricederlo proprio a Serena, che con la complicità degli scherzi della classifica computerizzata torna al vertice addirittura senza giocare. Dopo altre 9 settimane di Kerber, che nel frattempo è in assoluta crisi di risultati, tocca a Karolina Pliskova dare un tocco di novità al vertice. Ma anche la ceca non reggerà la pressione, e a settembre, dopo una buona estate e la vittoria a Wimbledon, è Garbine Muguruza la nuova leader mondiale. Nessuna di loro è riuscita a superare le 10 settimane consecutive al vertice.

In tutto questo calderone, Simona Halep ha seriamente rischiato di restare una eterna numero 2; dopo aver fallito la prima chiamata al Roland Garros, sconfitta in finale dalla Ostapenko, dopo aver fallito la seconda chiamata a Cincinnati, sconfitta in finale dalla Muguruza e dopo una brutta sconfitta al primo turno degli US Open per mano della Sharapova, sembravano finite le chances per chiudere al vertice e centrare finalmente questo obiettivo che continuava a scivolarle fra le dita. E invece, proprio quando sembravano allontanarsi sempre più le possibilità, un paio di passi falsi delle colleghe ed ecco che la semifinale a Pechino diventa il pass perfetto, e nel miglior momento possibile. Venticinquesima numero 1 della storia di questo sport, ha un solo torneo difronte a sé per chiudere la pratica e garantirsi la possibilità di “svernare” da numero 1, concedendosi del tempo per rifletterci sopra. Il tempo non porterà sempre consiglio, visto quanto successo proprio alla Kerber: la tedesca dopo aver scalzato 3 anni consecutivi di trono targato Serena Williams, quest’anno ha compiuto il mezzo disastro di non riconfermarsi nonostante la pesante assenza della tennista a stelle e strisce. Ma per la rumena diversi passi falsi nel corso della stagione sono arrivati proprio per la scarsa serenità legata alla pesante responsabilità di doverci riuscire per forza, di non poter fallire vista la ghiotta occasione.

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E così, nonostante un unico titolo in questo 2017, a Madrid, nonostante ben 4 finali perse, a Roma, Parigi, Cincinnati e Pechino, nonostante due primi turni negli Slam, a Melbourne e a Flushing Meadows, quello che potrebbe essere un anno normale per le più o addirittura deludente per alcune, diventa un anno capace di proiettare Simona Halep al numero 1 del ranking mondiale.

Sotto quest’ottica, può essere facile sostenere che si tratti di un risultato non meritato. La rumena non ha mai vinto Slam, anzi ha perso già due finali, entrambe a Parigi, ha raccimolato miseri 6175 punti, solo 40 in più della Muguruza diretta concorrente per chiudere l’anno in testa, ha fallito molti e forse troppi appuntamenti per centrare l’obiettivo, e ha un pessimo score fra finali giocate e finali vinte. Tutto questo testimonia una certa incompletezza non tanto delle sue caratteristiche tecniche, per le quali la rumena rimane una grande giocatrice sul rosso e una buona giocatrice fuori dal rosso, quanto piuttosto delle sue doti caratteriali, che ad oggi lasciano aperti parecchi dubbi.

Tuttavia, penso che sia una vera e propria blasfemia definire immeritato il diventare numero 1 del mondo. Di sicuro Simona è stata quella che ci ha provato di più, e che comunque è sempre stata in prima linea nella corsa, nel bene e nel male. E ci è arrivata passando anche attraverso qualche acciacco fisico e attraverso un momento poco sereno nel rapporto con il suo allenatore Darren Cahill, con cui aveva chiuso dopo il torneo di Miami, salvo poi riavvicinarlo allo staff poco tempo dopo, e grazie al quale ha ritrovato i risultati soprattutto durante la buona stagione sul rosso, dopo un inizio anno ricco di brutti risultati, il cui peso si fa ancora sentire sulla classifica.

Adesso resta un ultimo passo da fare, quello della conferma.

A deciderla sarà, crudelmente, un solo torneo, le Finals di fine anno, primo torneo con la Halep prima testa di serie.

In caso di buon risultato, chiudere l’anno da numero 1 può dare alla rumena quel pizzico di serenità, la cui assenza fin ora l’ha bloccata in vari momenti chiave. L’inizio della prossima stagione potrebbe essere poi in relativa discesa, visti gli scarsi risultati da difendere.

In caso contrario invece, potrebbe proiettare la Halep in un nuovo circolo vizioso, con una uscita forse ancora più difficile.

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