Una outsider di primo pelo, su tutte le superfici. Questa è Simona Halep. Quel viso sempre sorridente, solare, rilassato nonostante il passato non le abbia riservato grandi gioie, né in campo professionale né personale. Unimmagine, la sua, legata per anni a quella maledetta riduzione al seno apportata nel 2009, quando da sex symbol è diventata una semplice giocatrice come tante altre, come se quelloperazione le avesse tolto un tratto peculiare e molto apprezzato dal pubblico maschile. Nonostante ciò, le battutine in merito allargomento continuano ad esserci e la stampa non perde occasione per domandarle come questo episodio le abbia cambiato la vita. Ma lei, molto gentilmente, risponde La riduzione del seno risale a molto tempo fa. Ne sono felice, per il tennis è stata buona decisione. La rifarei, mettendo a tacere chi vorrebbe, in fondo, farle tornare sensi di colpa che effettivamente non dovrebbero proprio esistere. Soprattutto se pensiamo a ciò che ne è seguito sui campi da tennis. Sei tornei vinti nel 2013, i quarti di finale in Australia a gennaio e domenica, il trionfo a Doha, il primo Premier della carriera contro Angelique Kerber. Ha iniziato a collezionare trofei come se fosse la Serena Williams di turno, con nonchalance: Norimberga, s-Hertogenbosch, Budapest, New Haven, Mosca e Sofia. Sei tornei al primo colpo. Meglio di lei fece soltanto Steffi Graf nel 1984, quando ne vinse otto.
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