Essere (campionessa) o non essere, questo è il dilemma. Continua a far parlare di sé Simona Halep, esempio di grande costanza a livello WTA ma lontana dalle campionesse del calibro di Victoria Azarenka o Petra Kvitova.
Dopo vari mesi alla ricerca del numero uno in classifica, qualcosa sembrava poter cambiare in questa stagione, invece Simona sembra essere quasi spaventata dalle vittorie nei tornei. Non si tratta di un problema tecnico o tattico: quando è al massimo, Halep ha mostrato di saper giocare alla pari con tutte, anche con Serena Williams, ma nelle giornate importanti manca quel guizzo che le permetterebbe di fare un passo avanti.
Facciamo però chiarezza, perché anche Simona Halep è una campionessa. Lo ha già dimostrato in varie occasioni, vanta infatti 16 titoli in carriera: 7 tornei International, 2 Premier, 3 Premier 5 e 3 tornei Mandatory. Quelle che però pesano sono le tante finali importanti perse: 3 finali slam, 5 finali Premier 5 e 2 nei Mandatory. La cosa più preoccupante è che nell’ultimo anno Simona abbia vinto solamente un titolo, peraltro a Shenzhen a inizio 2018.
Una giocatrice come lei, numero uno al mondo per tante settimane e dal bagaglio tecnico così ricco, non può vincere così poco. Soprattutto in un periodo che vede Williams e Azarenka quasi assenti e Sharapova non ai livelli di qualche stagione fa, Halep potrebbe approfittarne per diventare la regina del circuito.
Spesso si sente parlare delle “numero uno più scarse”, ovvero le giocatrici che hanno raggiunto il primo posto nel ranking senza mai vincere uno slam. Fino allo scorso gennaio Wozniacki era parte di questa lista, mentre ora troviamo Safina e Jankovic.
Dinara Safina, così come Simona Halep, ha perso tre finali slam, Jankovic invece ne ha giocata solo una. Entrambe hanno vinto meno in carriera rispetto alla rumena, ma spesso vengono paragonate tra di loro per non aver mai vinto un major.
Sicuramente Simona ha ancora tanto da dare al tennis, non dimentichiamo che ha ancora 26 anni, ma arrivano segnali che non fanno sperare in niente di troppo positivo per lei. L’ultimo viene proprio dalla finale di Roma, nel remake dell’ultimo atto del 2017. Nel primo set la numero uno del mondo non è praticamente scesa in campo. In soli 19 minuti, Elina Svitolina ha fatto suo il primo parziale concedendo appena 8 punti.
I momenti di buio sono presenti quasi sempre in ogni giocatrice, ma Halep spesso si lascia sopraffare e non riesce a trovare un’alternativa. Quando è in giornata no, non c’è nulla che possa far cambiare la situazione, soprattutto se dall’altra parte del campo c’è una giocatrice solida come l’ucraina.
ROLAND GARROS: SPERANZA O ILLUSIONE? – Inutile negare che con l’avvicinarsi del secondo slam stagionale, Halep sicuramente abbia pensato alla vittoria al Roland Garros. Dopo la finale persa con Maria Sharapova nel 2014, la giocatrice di Costanza si è trovata davvero a pochi games dalla vittoria lo scorso anno contro Jelena Ostapenko. Anche in quel caso, però, qualcosa si è inceppato nel suo gioco e il match le è sfuggito via. Assieme alla Svitolina, Halep resta la prima favorita per la vittoria finale, ma tutto dipende da lei e dalla sua voglia di vincere.