Sloane Stephens e la giostra dei coach!

Finora, senza dubbio, il 2015 è stato un anno di cambiamenti all’interno della WTA, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tenniste/coach: una vera e propria giostra, scambi rocamboleschi, separazioni come fulmini a ciel sereno. Cosa sarà successo?
Vediamo nel dettaglio cosa è cambiato nel corso degli ultimi quattro mesi:

– Simona Halep si è separata lavorativamente dall’uomo che l’ha aiutata a raggiungere la Top 10, Wim Fissette.

– Eugenie Bouchard allo stesso modo ha rotto con il coach che ha contribuito a portarla alla Top 10, Nick Saviano, e ha intrapreso un nuovo percorso con il vecchio mentore di Victoria Azarenka, Sam Sumyk.

– Vika, improvvisamente senza coach ha iniziato una collaborazione, fino ad ora produttiva, con Fissette, mentre Sloane Stephens si è affiancata il buon Saviano.

Tutto chiaro? Forse il meno sorprendente di tali movimenti è l’ultimo. Infatti, Stephens ha lavorato con Saviano già da giovane nella sua accademia in Florida. Lui è l’uomo, ha detto Sloane, che le ha insegnato la tecnica e che ha fatto di lei una professionista, vera.

“Se fossi andata altrove”, ha detto a Wimbledon due anni fa, “credo che non sarei così bella da guardare.”

L’anno scorso, la Stephens ha provato due diversi allenatori: il morbido Paul Annacone e il tenace Thomas Hogstedt. Nessuna delle due collaborazioni è durata a lungo, e la sua classifica è scesa dalla top10 a quasi numero 50 del mondo. Ora è di nuovo su un terreno a lei familiare, e mentre ha scherzato sul fatto che Saviano può essere un po’ logorroico quando, fuori dal campo, parla di continuo, si dice assolutamente felice di lavorare di nuovo con lui.

“Voglio dire, va bene!”. “La nostra collaborazione procede a gonfie vele, è bello avere Nick lì vicino, ascoltare i suoi consigli.” ha affermato la statunitense. “Ora sono concentrata solamente sul mio tennis, cerco di fare del mio meglio!”. Dopo tre mesi, i risultati, provvisoriamente, hanno cominciato a concretizzarsi. Stephens ha perso al primo turno agli Australian Open ed era 2-4 prima della stagione americana, ma da allora è andata 7-1, con una sconfitta subita in tre set a Serena Williams a Indian Wells. Durante la settimana a Miami, la 22enne ha battuto due rivali più giovani che l’avevano superata in classifica, Belinda Bencic e Madison Keys, prima di cedere nei quarti a Simona Halep.

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Da un lato, queste non sono vittorie straordinarie o grandi sorprese. Sloane alza il suo livello di gioco quando affronta i giocatori della sua età; come il suo collega di 22 anni, Bernard Tomic, che si esalta quando ha la possibilità di mettere i suoi coetanei al loro posto. E questa non è di certo la prima volta in cui ci siamo chiesti se veramente Sloane sia in grado di mostrare questo livello per molto tempo, come ha fatto nel 2013. L’anno scorso ha raggiunto i quarti a Indian Wells, poi d’un tratto è stata bombardata da Caroline Wozniacki a Key Biscayne, 6-1, 6-0.

E’ troppo presto, in altre parole, per dire con certezza che stiamo assistendo ad una nuova, grintosa, più impegnata Sloane, nel 2015. Ma ci sono state differenze, differenze promettenti, nel modo in cui ha gareggiato contro la Bencic nel loro primo incontro in carriera, a Miami. Stephens ha giocato con pazienza, sottigliezza, e varietà tattica.

Bencic probabilmente ha maggiore cattiveria agonistica e senso del campo, oltre ad un indiscutibile talente. Ed è giovanissima. (Amo il modo in cui si muove in avanti, istintivamente, oer prendere la palla all’interno della linea di base; lei potrebbe fare a molti degli uomini una lezione in proposito). La Stephens però l’ha surclassata dal punto di vista della potenza e dell’atletismo, l’ha messa alle strette, ha anticipato ogni sua mossa. Come in una partita di scacchi.

Invece di rispondere passivamente, la Stephens ha lavorato la palla; il suo rovescio incrociato era particolarmente efficace per mettere in difficoltà la Bencic. Mi è piaciuto anche quello che Saviano le ha detto quando lei lo ha chiamato in campo nel primo set.

“Stai mostrando tutte le caratteristiche di un vero campione”, ha detto. “Ora spingi su ogni punto … L’obiettivo non è vincere questo set, è giocare ogni punto al massimo.”

Quelle parole hanno risuonato nella testa dell’americana, senza dubbio, per tutto il match: ha prestato massima attenzione a quello che stava facendo e su come stava giocando ogni punto. È apparsa, per una volta, sicura e consapevole del piano che stava portando avanti. Su un errore banale del primo set, con un rovescio buttato in rete, in passato si sarebbe spazientita ed avrebbe perso i punti successivi. Invece è rimasta concentrata ed ha continuato a spingere. Questa è la nuova Sloane.

Source: www.tennis.com

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