Steve Simon, CEO della WTA: “La speranza è quella di tornare in campo a giugno”

Esattamente come tutti gli altri sport, anche il tennis sta facendo i conti con l’emergenza coronavirus; la pandemia che sta progressivamente colpendo tutto il mondo, infatti, ha costretto i vertici del tennis mondiale a sospendere tutte le competizioni almeno fino al 7 giugno.

Intervenendo sulla questione, Steve Simon, CEO della WTA, ha ribadito che la priorità assoluta resta la salvaguardia della salute dei giocatori, degli arbitri e dei tifosi: “Ovviamente la “famiglia” della WTA sta attraversando lo stesso momento delicato che stanno attraversando milioni di altre persone nel mondo. Spero che tutti i fan del tennis sparsi per il globo siano in buona salute e stiano affrontando con positività questa emergenza. Sono tempi difficili, senza precedenti, dobbiamo uscirne tutti insieme. In questo momento stiamo esaminando tutti i dati a nostra disposizione e, come chiunque altro, cerchiamo di attenerci alle indicazioni degli esperti e di rispettare le direttive governative”, ha commentato Simon ai microfoni di Tennis Channel.

La ripresa delle competizioni è fissata per l’8 giugno, in concomitanza con l’inizio della stagione sull’erba, ma la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro: “La WTA e il tennis più in generale sono particolari perché agiscono su scala globale. Tutte le restrizioni sui viaggi e le difficoltà che si stanno affrontando avranno inevitabilmente delle conseguenze per gli spostamenti dei giocatori e delle giocatrici. Al momento, la speranza è quella di riuscire a giocare la stagione sull’erba, ma bisogna anche essere realistici. Non si può escludere un ulteriore slittamento della ripresa delle competizioni. D’altronde, la priorità resta sempre la sicurezza dei nostri atleti, del nostro staff e, ovviamente, dei nostri tifosi. Vogliamo tornare a giocare il più presto possibile; speriamo di riuscirci a giugno, ma se non ci fossero le condizioni si riprenderebbe a giocare questa estate sul cemento degli Stati Uniti”.

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