“Svista” dell’arbitro e antisportività dell’avversaria: Zhang si ritira in lacrime a Budapest

Una chiamata alquanto discutibile della giudice di sedia, ed un comportamento fuori da ogni logica e morale dell’avversaria sono gli elementi principali di un fatto non bello da vedere accaduto ieri nel WTA 250 di Budapest, in Ungheria. Sono in campo per il loro match di primo turno la cinese numero 45 del ranking Shuai Zhang e la giocatrice di casa, numero 548, Amarissa Toth, in tabellone grazie ad una wild card. Siamo nel primo set, 5-5, al servizio Zhang e 30-15 a suo favore. Un dritto della tennista cinese, chiaramente di dubbia entità, viene chiamato out dalla giudice di sedia. Zhang si avvicina dubbiosa alla rete per osservare più da vicino il segno lasciato dalla pallina mentre l’arbitro scende dalla sua postazione, va in prossimità del segno e conferma la chiamata del giudice di linea, ovvero conferma che il colpo è largo. Le telecamere inquadrano la traccia e non sembrano esserci molti dubbi: non c’è spazio tra essa e la riga, la palla era quindi dentro. Zhang inizia a protestare, inutilmente, e dopo alcuni minuti si prosegue nel gioco.

Si svolge il punto seguente, ed in seguito ad esso, Toth si avvicina al segno e mentre Zhang, accortasene, le esclama “wait, wait, keep the mark”, la giocatrice ungherese cancella con il piede la traccia. Shuai aumenta nella sua polemica, invano, e il game proseguirà, vinto da Toth. Al cambio di campo Zhang scoppia in lacrime, probabilmente vittima di un attacco di panico, e decide di ritirarsi. Anche dopo l’accaduto appena descritto, la cinese stringe ugualmente la mano alla giudice di sedia e alla sua avversaria, la quale, immediatamente dopo il saluto, alza le braccia al cielo per esultare. Il pubblico esulta e Zhang non la prende bene, mentre esce dal campo. Da sottolineare il fatto che Shuai, 34enne, aveva rivelato di soffrire di attacchi di panico e di ansia, oltre che di essere stanca a livello mentale, anche in seguito alla morte dei nonni.

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