Taylor Townsend e la voglia di stare bene con se stessa

Taylor Townsend, US Open 2019. Photo/Kevin Hagen

Taylor Townsend è stata per tanti anni la stella del tennis statunitense. Oggi, quando ci sono altre giovani ragazze a “viziare” i tifosi a stelle e strisce, torna una delle ragazze più talentuose degli anni passati. Questa ragazza di Chicago, è arrivata a New York da numero 116 del mondo, ha fatto le qualificazioni ed ora è al quarto turno. Ha regalato al tennis mondiale il più grande exploit a livello femminile, battendo Simona Halep. Una partita pazzesca, dove si è trovata ad un passo dalla gloria ed a un passo dal baratro, ma alla fine l’ha spuntata:

”Questo match mi dà tutta la fiducia di cui ho bisogno, prima, le tre volte che ho giocato contro Halep e non ho vinto un set, cercavo solo a rimandare indietro la palla e non perdere, stavolta ho giocato per vincere. Ho detto a me stessa: Questa è un’ opportunità, non hai niente da perdere…”.

Una ragazza “diversa” non omologata come le altre ragazze: un’altezza di 1,68m ed un peso che sfiora gli 80kg, un tennis fatto di potenza, intelligenza tattica, tocco e volée. Soprattutto volèe, che hanno fatto impazzire Simona Halep con ben 105 discese a rete e 63 punti vinti.

Taylor è dotata di grande umiltà, tempo fa si è “abbassata” a chiedere a Simona Halep ed a Cahill cosa dovesse fare per migliorarsi: “Non è stato tanto quello che mi ha suggerito, perché già erano cose che mi avevano detto altri ed erano già dentro la mia testa, ma è stato positivo ascoltarlo da un’altra giocatrice, soprattutto qualcuno che mi ha affrontato già qualche volta ed ha raggiunto risultati importanti. Queste cose mi sono rimaste dentro nell’allenamento e in partita, mi hanno fatto capire quanto forte fosse forte il desiderio, proprio la fame, di migliorarmi. È stata una spinta per continuare a crescere”.

Una ragazza che vuole stare bene con se stessa. Nonostante le pressioni che dovesse perdere peso e le wc della Federazione che non l’hanno assistita quando faceva sfracelli a livello juniores. Un post del 2014 ha fatto capire al grande pubblico quanto quella fan accanita di Martina Navratilova fosse matura a 18 anni. Taylor ha mandato un messaggio forte e parecchio attuale: Io non sono fatta come le altre ragazze, che sono magre e quasi tutte anche alte. Io sono bassa, consistente, e muscolosa. Non siamo tutte uguali. Io voglio essere d’ispirazione per quelle che non sono perfette come Maria Sharapova.

Non devi essere per forza uno stuzzicadenti per finire sui cartelloni pubblicitari. Ma voglio anche mandare un messaggio positivo di essere se stessi, amare se stessi e star bene nella pelle che hai perché non puoi cambiarla. Sono arrabbiata perché non so che cosa voglia la Federazione, ho lavorato sul mio fondoschiena (eufemismo), ma adesso non so più che cosa si pretende da me. D’ora in poi me ne frego, che la gente dica quello che vuole”.

La Townsend più volte si è persa e poi ritrovata, ha perso un treno per poi prenderne un altro al volo. Un esempio è il match perso contro la Bertens a Wimbledon con match point a favore per poi vincere a NY contro la Halep. La statunitense fa capire quanto sia importante rialzarsi dopo le cadute: “Ho 23 anni. La bellezza di questo sport è che puoi vedere persone di così giovane età svilupparsi come persone e giocatori. Io sono sempre stata la stessa, ma mi sono evoluta rispetto alla ragazzina che ero a 15 anni. Penso di essermi persa per alcuni anni, in un mare di cose. Ma è bello poter risalire in superficie e galleggiare, ed eventualmente nuotare”.

Noi speriamo che Taylor possa continuare a nuotare, bracciata dopo bracciata, in un mare pieno non di involucri ma di contenuti, in un mare domato dal talento che possa essere una corrente che la trascini verso un posto dove il sole non smette mai di picchiare.

 

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