Tennis tra le nuvole; quando le palline “volano”

Sono soltanto due i tornei dei circuiti Atp e Wta che si svolgono in altura o, per meglio dire, in località non associabili a colline o cime montuose appena accennate.
Questi sono gli eventi di Bogotà per le donne e Quito per gli uomini.
La capitale della Colombia è situata alla ragguardevole altitudine di 2.640 m. sopra il livello del mare; mentre la città di Quito, capitale dell’Equador, raggiunge i 2.800 m.!
Ovvio che le condizioni di vita siano diverse da quelle cui di norma si è abituati ed anche una partita di tennis è inevitabilmente condizionata dall’altitudine.
Ma quali sono i fattori che influiscono sul tennis ad altitudini tanto marcate?
Al di là del diverso approccio fisico cui i giocatori sono individualmente costretti , vi sono due fattori naturali che condizionano un match di tennis : la densità dell’aria e la pressione atmosferica.


La densità dell’aria è di gran lunga inferiore a quella riscontrabile al livello del mare. Minor densità vuol dire minor resistenza dell’aria; il risultato è che le palline corrono molto di più.
Anche la pressione atmosferica è notevolmente inferiore a quella registrabile al livello del mare; ovvio che con un minor peso esercitato dall’aria il rimbalzo della pallina sia molto più alto del normale.
L’Atp, la Wta e gli organizzatori dei due tornei hanno però posto rimedio a questi che, senza dubbio, sono inconvenienti non trascurabili.
Quindi, le superfici sono state rese lente da materiali appositi applicati a più strati ed , infine, è stato affrontato e risolto il problema palline.
Così, nei circuiti Itf sono ora utilizzati quattro tipi di palline , ciascuna con caratteristiche diverse.
Accanto alla pallina veloce, alla media e alla lenta è stata aggiunta la “ pallina quota” con delle specifiche di peso , dimensioni e rimbalzo adatte all’altura , affinchè il tennis possa essere giocato ovunque; anche lassù, tra le nuvole.

Piera Camerlingo

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