A soli 16 anni, Tyra Caterina Grant è già uno dei nomi più caldi del panorama tennistico internazionale. Nata a Roma da madre italiana e padre americano, ha deciso di abbracciare la nazionalità italiana proprio in vista degli Internazionali BNL d’Italia, scatenando entusiasmo e curiosità tra tifosi e addetti ai lavori. Considerata da molti come l’erede naturale di Serena Williams e Coco Gauff, Tyra ha le idee chiare: vuole arrivare in alto, e vuole farlo con la maglia azzurra.
Una scelta di cuore: “Mi sento più italiana”
Non è stata una decisione improvvisa, né dettata da strategie. Come ha spiegato durante il suo primo incontro ufficiale con la stampa, “non è successo niente di particolare che mi ha fatto cambiare idea. Ci pensavo da tempo. Sono cresciuta qui, i miei amici sono qui e la mia vita è qui”. Così, con il sostegno della famiglia, Tyra ha ufficializzato il cambio di nazionalità a pochi giorni dal via del torneo romano.
Il legame con l’Italia è profondo, radicato nel vissuto quotidiano: dagli allenamenti a Bordighera nell’Accademia di Riccardo Piatti, fino alle amicizie costruite nel circuito. “C’era anche Sinner. Ero un po’ più piccola, ma lì eravamo come una grande famiglia”, ha raccontato ricordando i suoi primi passi nel tennis professionistico.
Un mix di culture e talento
Tyra è il frutto di due mondi, e non ha mai nascosto l’importanza della sua doppia identità: “Io sono in una situazione particolare, metà americana e metà italiana. Anche l’approccio allo sport l’ho vissuto in modo diverso. Del sistema americano ho apprezzato molto la cultura sportiva, che in Italia si sta facendo strada ma lì è presente da più tempo”.
Una formazione trasversale che le ha permesso di sperimentare e scoprire il tennis quasi per caso: “Facevo danza, nuoto, calcio, piano… Alla fine ho scelto il tennis, ma se quel giorno avessi scelto un’altra cosa…”. La passione per questo sport si è consolidata nel tempo, affascinata da un gioco in cui “si può sempre cambiare l’esito di una partita” e che, soprattutto, “ti tiene lontano dai rischi dell’adolescenza”.
Il sogno romano e l’ambizione di ispirare
L’atmosfera magica del Foro Italico è stata il palcoscenico perfetto per il suo debutto da italiana. Dopo aver calcato i campi di Miami e Madrid – dove ha vinto la sua prima partita WTA – Tyra ha dichiarato: “Da italiana non c’è posto più bello per giocare qui, anche perché sono nata a Roma. È stupendo”.
Ma non si accontenta di partecipare. Il suo obiettivo è preciso: “Il mio sogno è diventare numero uno. A volte mi sento in imbarazzo a dirlo, ma è la ragione per cui mi alleno ogni giorno”. Un’ambizione che va oltre i trofei, con il desiderio di “ispirare gli altri a diventare persone e tenniste migliori con l’atteggiamento giusto”.
Sulla possibilità di affrontare una Top 10 ha detto con entusiasmo: “Mi piacerebbe fare qualche partita ed affrontare magari una Top 10 o Top 5 per fare esperienza”. Parole che testimoniano una maturità precoce, accompagnata da un approccio sereno alla pressione mediatica: “Non sento pressione per i risultati, sono giovane e sto facendo un bel percorso. Se non vinco subito resterò comunque tranquilla”.
Una ragazza normale, con un sogno straordinario
Fuori dal campo, Tyra è una ragazza come tante. Studia economia aziendale al liceo, ama leggere, guardare film e scherza sul proprio nome: “Non importa se mi chiamate Tyra o Caterina, fate come volete”. Ma sul campo è determinata, competitiva e affamata di successo.
Il suo viaggio nel tennis è appena iniziato, ma ha già il sapore di una storia speciale. E l’Italia, da oggi, ha una nuova campionessa su cui scommettere.