Un diario da incubo: la vicenda Shuai Peng

Dopo quasi due mesi dall’inizio della vicenda che ha portato Shuai Peng al centro dei dibattiti degli appassionati di tennis e non solo, la storia si arricchisce di nuovi dettagli forniti dalla giocatrice stessa. Ripercorriamo passo dopo passo i cupi avvenimenti di Lucano de Gregorio

Dopo quasi due mesi dall’inizio della vicenda che ha portato Shuai Peng al centro dei dibattiti degli appassionati di tennis e non solo, la storia si arricchisce di nuovi dettagli forniti dalla giocatrice stessa. Ripercorriamo passo dopo passo i cupi avvenimenti

Sono stati due mesi in cui tutti gli appassionati di sport, ed in particolare di tennis femminile, sono rimasti con il fiato sospeso in attesa di scoprire la verità su Shuai Peng, ex numero 1 del mondo in doppio, scomparsa dopo aver accusato di abusi sessuali l’ex vice premier cinese Zhang Gaoli. Andiamo a ripercorrere le tappe di questa storia cercando di fare chiarezza, alla luce delle novità più recenti:

2 Novembre

Peng Shuai pubblica su Weibo, un social cinese, un post in cui racconta i due rapporti che ha avuto con Zhang Gaoli, soffermandosi particolarmente su un episodio di tre anni fa in cui, nonostante il rifiuto e le lacrime, la tennista fu costretta ad avere un rapporto sessuale con Gaoli. Peng esprime il suo stupore per come era accaduto il tutto, con la moglie dell’ex vice premier consapevole di cosa stesse accadendo. Dopo aver raccontato quell’episodio infatti, l’ex numero uno del mondo rivela di aver sentito sbocciare nuovamente l’amore per quell’uomo, così come era successo dopo il loro primo rapporto, avvenuto ben sette anni prima. Racconta anche di una lite risalente al 30 ottobre, alla quale non è seguito un confronto visto che lui, forse per timore che Shuai portasse con sé un registratore, è da quel momento sparito.

Questo post su Weibo è stato prontamente cancellato, ma ormai la voce incomincia a girare: d’altronde si sa, qualsiasi cosa pubblicata su un social è pressoché impossibile da eliminare completamente.

14 Novembre

Il presidente della WTA Steve Simon in un comunicato chiede chiarezza sull’accaduto, pretendendo giustizia per la tennista ed elogiando il suo coraggio nel denunciare l’accaduto. 

https://www.wtatennis.com/news/2350641/wta-seeks-full-fair-and-transparent-investigation-into-sexual-assault-allegations-against-former-chinese-leader

17 Novembre

La CGTN, una testata associata al Partito Comunista Cinese, rende pubblica, con un tweet, una e-mail che la stessa Peng Shuai aveva inviato a Steve Simon per rassicurarlo sulle proprie condizioni, dichiarando di stare bene e di trovarsi a casa sua. Inoltre in questa e-mail aveva dichiarato la falsità delle accuse di aggressione, e che la WTA dovrebbe contattarla per controllare la veridicità delle notizie.

Pochi minuti dopo questo tweet arriva la risposta della WTA e del suo presidente, il quale comunica che il tweet di questa testata ha destato in lui molti dubbi a proposito della sicurezza della ex numero 15 del mondo e sul vero autore della e-mail, che poteva essere stata scritta da altre persone oppure da Shuai peng ma non di propria volontà. In conclusione, Steve Simon rivela che in diverse maniere aveva provato a contattare Shuai, ma sempre senza successo.

https://www.wtatennis.com/news/2356029/statement-by-steve-simon-wta-chairman-ceo?fbclid=IwAR3fYxmsQVLm4MyQ9aOgavuFFqrtwP3GZWTSq9DplcKJ5RiRVS4yxC2Jras

21 Novembre

Avviene una videochiamata tra Thomas Bach, presidente del CIO – Comitato Olimpico Internazionale -, e Shuai Peng, in cui la stessa tennista annuncia di stare bene ma di volere privacy e rispetto per sé stessa. Neanche questa videochiamata soddisfa la WTA, che nonostante il sollievo nel vedere Shuai ancora in vita, conserva molti dubbi sull’autenticità dei suoi pensieri.

2 Dicembre 

Sempre il CIO annuncia di aver effettuato una nuova videochiamata con Shuai Peng, nella quale è stato riconfermato quanto detto la prima volta. Inoltre il CIO spiega di utilizzare una “diplomazia silenziosa”, che secondo i membri del Comitato è la modalità più promettente per procedere efficacemente in tali questioni. Infine rivela anche che ci sarà a gennaio un incontro di persona con la 35enne di Xiangtan.

https://olympics.com/ioc/news/ioc-statement-on-the-situation-of-peng-shuai

3 Dicembre

Non avendo ritenuto sufficienti queste due videochiamate, e essendo ancora preoccupato per la salute della tennista, Steve Simon prende una decisione storica: in un annuncio sul proprio sito la WTA, in accordo con il suo consiglio di amministrazione, comunica la sospensione con effetto immediato di tutti i tornei che si sarebbero dovuti svolgere in Cina e ad Hong Kong poiché la Cina, con le sue azioni legate alla vicenda Shuai Peng, ha violato i diritti per l’uguaglianza delle donne, principio fondamentale per l’organizzazione stessa. Ha inoltre rinnovato la richiesta di vedere la tennista fuori dalla superpotenza mondiale. 

https://www.wtatennis.com/news/2384758/steve-simon-announces-wta-s-decision-to-suspend-tournaments-in-china

20 Dicembre 

Arriva la prima dichiarazione pubblica di Shuai Peng ad una giornalista di Singapore, che dopo una gara di sci di fondo ha la possibilità di intervistare l’ex numero uno del mondo di doppio. In questa intervista la tennista spiega come il post su Weibo sia stato frainteso, e di come trattasse di questioni private. Conferma inoltre di aver scritto da sola l’e-mail diffusa il 17 Novembre, e di essersi fatta aiutare semplicemente per la traduzione in inglese. 

Su questa intervista si esprime la WTA tramite l’agenzia di stampa Reuters, annunciando che i dubbi sulla sicurezza di Peng Shuai persistono.

https://www.reuters.com/world/china/tennis-wta-says-peng-shuai-appearance-does-not-address-its-concerns-2021-12-20/

Si dimostra scettico sull’autenticità dell’accaduto anche Yaqiu Wang, ricercatore per la Human Rights Watch, affermando: “Così, dopo 48 giorni, Peng Shuai ha incontrato inaspettatamente una giornalista di un quotidiano pro-Pechino e poi ha risposto casualmente alle sue domande su un evento che ha suscitato un’intensa attenzione internazionale. Wow, così naturale, molto reale, ora ci credono tutti. Congratulazioni, il PCC!”

Il finale di questa vicenda, tuttavia, rimane ancora tutto da scrivere.

Luciano de Gregorio

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