RITRATTI

US Open, Serena Williams KO: contina la maledizione del 24° Slam

Serena Williams e la maledizione del 24esimo Slam. Potrebbe sembrare il titolo di un film invece è tutto vero. Crolla proprio al penultimo atto l’americana, in una sfida che subito sembrava essersi incanalata sui binari giusti.

Pronti via e set, un 6-1 che non lascia scampo a Victoria Azarenka. Certo, la bielorussa arrivava al match dopo un cammino più lineare e, forse, anche il favore dei pronostici ma all’avvio la situazione sembrerebbe ribaltarsi subito.

Ma qualcosa in un meccanismo – quasi – perfetto si inceppa e alla fine a festeggiare è proprio la Azarenka che dopo 7 anni torna a disputare una finale di uno Slam. La favola perfetta di Victoria si trasforma in un incubo per Serena che, ancora una volta, rimanda il suo appuntamento con la storia.

Lo spassoso siparietto della finale di Indian Wells 2016: Serena Williams, finalista, scherza con la vincitrice Victoria Azarenka

Nuova occasione sprecata dalla Williams che, ancora una volta, si troverà a dover fare mea culpa per non aver sfruttato una chance che, con ogni probabilità, non le capiterà più. Questi US Open – dove a fare notizia più dei risultati sono state le grandi assenze – erano un’opportunità unica, irripetibile.

Ci sarà la piccola Olympia e con lei anche il pensiero di ritentare, per l’ennesima volta, l’impresa già a partire dal Roland Garros a consolare Serena. A quasi 39 anni – li compirà il prossimo 26 settembre – però la strada è tutt’altro che in discesa.

Bisogna svoltare, nel gioco ma anche e soprattutto nella testa affinché la conquista dello Slam numero 24 non diventi solo un’ossessione. Lo stesso cambio di mentalità che ha mostrato Vika che da sempre ha sofferto nei match contro Serena Williams ma che è stata in grado di cambiare proprio sul più bello.

Per un sogno che si interrompe ce ne è uno che continua. E, magari, Azarenka nella finale contro Osaka “vendicherà” proprio Serena Williams che, nel 2018, uscì sconfitta dalla finale di Flushing Meadows proprio per mano della nipponica. Una finale passata alla storia, purtroppo, non per l’impresa di Naomi.

 

Diletta Barilla

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