Venus Williams, dal periodo buio e rinascita

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Sette slam in carriera in singolare, quattordici in doppio (tutti conquistati con la sorella Serena), numero 1 Wta nel 2002 e di doppio nel 2010, una delle giocatrici più forti di tutti i tempi, eppure tutti sanno che la carriera di Venus Williams, classe 1980 da Lynwood, California è stata tutt’altro che una passeggiata.
La prima delle sorelle Williams che tra un mese compirà quarant’anni è stata anche la prima ad affacciarsi ai grandi palcoscenici internazionali nonché la prima tennista donna afroamericana dell’era Open ad occupare la posizione numero 1 del ranking. Come detto però la sua carriera ha attraversato periodi difficilissimi a partire dal 2011 quando le fu diagnosticata la sindrome di Sjögren, una malattia autoimmune reumatica che oltre a toglierle energia l’ha anche profondamente modificata nel fisico e nel morale.


La “Venere nera”, soprannome conquistatosi a suon di vittorie ha parlato di questo suo difficile periodo a Prevention.com in un’intervista uscita la scorso anno: “Ero sempre esausta nonostante lavorassi costantemente non mi sentivo mai in forma. Purtroppo sono malattie molto difficili da diagnosticare e piano piano non riuscivo più a giocare a tennis a livello professionistico senza sapere cosa avessi. Sfortunatamente è la storia di questo tipo di malattie”.
Poi la diagnosi e la lenta ma costante rinascita che l’ha portata soltanto un anno dopo a conquistare la medaglia d’oro in doppio alle Olimpiadi di Londra, affiancata come sempre dalla sorella Serena (terza medaglia in carriera). In singolare i risultati sono stati altalenanti, ma nonostante gli imminenti 40 anni la statunitense è ancora numero 67 nel ranking Wta.
Una gran bella storia quella di Venus.

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