Kiki la “ammazzagrandi” ha compiuto il suo capolavoro, con un ace finale. La tennista nata a Wateringen 26 anni fa, batte la n. 1 del mondo Simona Halep con il punteggio di 2-6 7-6(6) 6-2, in due ore e 4 minuti, ultimo attimo di un torneo fantastico. Bertens, che aveva vinto 9 delle sue ultime 10 partite contro top-ten (unica sconfitta a Madrid, nella finale contro Petra Kvitova), oggi si è tolta la soddisfazione di battere per la prima volta una numero uno del mondo, vincendo il suo primo titolo sul veloce, e non uno qualunque: il Premier Mandatory Western & Southern Open di Cincinnati, ritenuto uno dei tornei più importanti della categoria. Al terzo set, dopo aver rischiato la caduta (match-point salvato nel tie-break del secondo set) chiude con un ace, per poi lasciarsi andare a un pianto liberatorio. Si tratta del secondo titolo della stagione per Kiki Bertens, dopo quello vinto sulla terra del Premier di Charleston, lo scorso aprile (dove stese Julia Goerges 6-2 6-1), a cui seguirono altri fantastici risultati, come la già citata finale sulla terra rossa di Madrid, ma soprattutto i quarti di finale a Wimbledon, traguardo che ha reso chiaro di quanto la ragazzona olandese poteva dire la sua anche fuori dalla terra: una convinzione divenuta oggi una certezza. Questa settimana Bertens ha battuto ben quattro top-ten: Wozniacki (n. 2), Svitolina (7), Kvitova (6) e oggi Halep, mostrando un tennis particolarmente aggressivo, aggiunto alla sue noti qualità in difesa, e una condizione fisica strepitosa, le vere chiavi della sua crescita. Da domani sarà n. 13 al mondo e n. 7 della Race Wta: virtualmente l’olandese è ora qualificata alle Wta Finals di fine anno. Forse questa vittoria segnerà il definitivo ingresso fra le grandi.
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Non pochi rimpianti per Simona Halep, che pure era partita molto bene nel primo e nel secondo set; qualche errore di troppo nel tie-break (due dritti affossati in rete) le ha impedito di mettere le mani nel suo secondo trofeo consecutivo, una settimana dopo il titolo del Premier 5 di Montréal, che le avrebbe permesso di compiere l’impresa di conquistare i due grandi tornei nordamericani pre-Us Open. Comprensibile, dunque, la stanchezza della tennista di Costanza, che comunque ha il rammarico di aver messo in fila la terza finale persa a Cincinnati negli ultimi 4 anni, dopo il 2015 (sconfitta contro Serena Williams) e 2017 (contro Garbine Muguruza).
IL MATCH – Simona Halep parte molto bene nel primo set, dove non sembra minimamente provata dalle tante partite accumulate nelle ultime due settimane e della non semplice semifinale contro la russa Sabalenka. Propositiva e centrata, superlativa al servizio (93% delle prime) è brava a spostare la Bertens per poi cogliere l’occasione di chiudere con ottimi vincenti, che spesso sfiorano le righe. La n. 1 brekka in apertura, a 30, e poi, senza concedere nulla al servizio, strappa di nuovo la battuta sul 4 a 2, per poi chiudere ai vantaggi, dopo aver salvato un break point, in poco più di mezz’ora.
Nel secondo parziale Bertens sale di livello, più aggressiva e efficace al servizio: prima tiene il servizio a 15 poi si procura ben 3 palle break consecutive, che però spreca, grazie anche ai meriti di Halep, che riesce a tenere il game alla battuta. Proprio quando si ha l’impressione che la rumena abbia superato il peggio, l’olandese prima tiene facilmente il servizio, poi strappa la battuta a 30, approfittando di un piccolo passaggio a vuoto dell’avversaria. Halep è poi brava a riprendersi il servizio nel secondo, a 15, sul 4 a 2, e poi, dopo aver salvato una palla set Bertens, a portare il destino del set al tie-break, che si rivela fin da subito rocambolesco. Halep prima passa avanti 2 a 0, poi subisce una striscia di 4 punti consecutivi di Bertens. Halep però è brava a non mollare in scambi lunghi e di livello ormai altissimo, procurandosi un match-point sul 6-5. Bertens qui è brava ad annullarlo, spingendo con un coraggioso rovescio in diagonale: Halep però, forse innervosita, commette i primi due errori gravi della partita, due dritti affossati in rete, che regalano il set all’avversaria.
Il terzo set, conclusione di un match molto simile alla semifinale tra Bertens e Kvitova, è segnato fin dal primo punto: da una parte si nota una Halep ormai stanca, provata e nervosa, non più quel muro di gomma che era sempre stato negli ultimi 15 giorni. Dall’altra, Bertens, in fiducia e apparentemente ancora carica di energie, non trema e, punto per punto, demolisce le difese della Halep. Dopo tre break consecutivi, Bertens vola 4 a 1 (break addirittura a 0) e dà il colpo di grazia annullando due palle del contro-break. Simona Halep, pur senza energie, le prova tutte per rientrare, compreso un atteggiamento ultra-offensivo (qualche vincente “alla Serena” con il coraggio della disperazione) e un bellissimo tweener al termine dello scambio più bello della partita. Bertens però è sicura di sé e non perde di vista l’obiettivo: dopo 2 ore e 4 minuti chiude con un ace un match quasi perfetto.
Wta Cincinnati – Finale femminile:
K. Bertens b. S. Halep 2-6 7-6(6) 6-2