WTA Dubai, finalmente Garbine!

Lo ha dovuto rincorrere parecchio questo sigillo Garbine Muguruza, che si oggi scrollata di dosso la fama di perdente d’eccellenza di questo 2021. Nei passati due mesi la spagnola ha messo in campo un tennis strabiliante, di rara intensità, accompagnato da una ritrovata grinta e voglia di lottare. Il suo percorso di ritorno ai vertici è iniziato oltre un anno fa, prima che la pandemia stravolgesse le nostre vite e il tour, quando a Melbourne giocò due settimane incredibili, battendo le migliori al mondo e portandosi avanti di un set contro Sofia Kenin in finale, prima di subire il ritorno della statunitense e veder scomparire minuto dopo minuto i sogni di gloria. Dopo un resto di 2020 che fa davvero poco testo, l’allieva di Conchita Martinez è rientrata in piena forma e ben concentrata sull’obiettivo, raggiungendo subito la finale al torneo preparatorio di Melbourne. Agli Australian Open la sorte non è benevola, e quando agli ottavi si trova davanti Naomi Osaka ci fa partita pari, arrivando anche ad avere due match point consecutivi, ma non era la sua giornata. In quei due punti, tra l’altro, si è deciso l’esito di un intero Major, il quarto di Naomi – invece che il terzo di Garbine -. Nonostante l’amaro in bocca lasciato da quel match, Muguruza arriva a Doha in fiducia e riprende esattamente da dove aveva lasciato: potente, precisa, grintosa, determinata. In finale però c’è una Petra Kvitova deluxe, e Garbine non ha scampo: in poco più di un’ora si trova, ancora una volta, a fare il discorso della perdente, quello che chiaramente le riesce meno bene. A Dubai però c’è tutta un’altra musica.

Forte dell’ottimo feeling della settimana precedente, Garbine si è trovata presto in campo contro Begu, match gestito alla perfezione e diventato famoso per la presenza “telematica” di Conchita Martinez, positiva al Covid e quindi pronta ad aiutare la sua pupilla a distanza, via smartphone. Superata agevolmente anche Amanda Anisimova al secondo turno, agli ottavi è attesa da una delle grandi NextGen, Iga Swiatek. È annunciata una grande battaglia, ma in realtà Garbine è una schiacciasassi e dopo aver rifilato un 6-0 alla giovane polacca chiude per 6-4 il secondo parziale. Ai quarti vi è il match più complesso della settimana, contro la furia bielorussa Aryna Sabalenka, già superata a Doha. La storia si ripete, e Sabalenka si deve ancora arrendere alla distanza alla ex numero 1 del mondo. Non ha potuto fare nulla di più la compagna di doppio di Aryna, Elise Mertens, che ha lottato ma senza aggiudicarsi alcun parziale. Una sorte molto simile anche per la finalista, Barbora Krejcikova, che era sulla carta l’avversaria meno temibile della settimana ma che si è fatta valere fino alla fine, cedendo solo per 7-6 6-3. Un sospiro di sollievo e finalmente il permesso di rilassarsi per una giocatrice che è ora come ora tra le più forti al mondo e punterà sicuramente al vertice mondiale già quest’anno. Da lunedì sarà al numero 2 della race, proprio dietro a Naomi Osaka, mentre nel ranking scala 3 posizione e diventa numero 13, ma a soli 335 punti circa dalla top10. Eppure, è solo l’inizio.

 

Un capitolo a parte va dedicato però a Krejcikova, che non era esattamente un nome atteso all’inizio del torneo. E non è neanche la tipica tennista ceca, anzi. Barbora è probabilmente la più forte doppista al mondo, o almeno tra le migliori degli ultimi anni, e nonostante qualche buon risultato in singolare nelle passate stagioni ha sempre preferito concentrare le proprie forze in questa disciplina, in cui prevale grazie ad un’eccezionale visione del campo e un tocco magistrale. A Dubai non ha avuto certo un cammino impossibile, ma partiva sfavorita nella maggior parte dei casi, fin dall’esordio contro Maria Sakkari. Alla greca sono succedute Ostapenko e Kuznetsova, entrambe in discreta forma, e poi Potapova e Teichmann, grandi sorprese nel torneo. Il tutto, tra l’altro, senza perdere neanche un parziale. La 25enne ceca era lunedì scorso al numero 63 del mondo, ma sarà nella prossima classifica ufficiale numero 37, oltre che numero 11 della race. Grazie ai quarti di finale raggiunti in doppio con coppia con la partner storica, Katerina Siniakova, sarà anche al comando della race di doppio, altro segnale di una stagione che potrà rivelarsi la migliore della sua carriera. Non sarà semplice tornare a disputare la finale di un WTA 1000 per lei, ma ha un tennis che può tenerla stabile nelle prime 30 al mondo. La sensazione invece è che vedremo presto Muguruza con un altro trofeo in mano, magari anche più importante.

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