Wta Linz, Tianjin, Hong Kong: i trionfi, i ritorni e i flop

Camila Giorgi-Linz 2018

Interessanti spunti dai tre tornei International disputati questa settimana. A Linz, il secondo titolo in carriera per Camila Giorgi interrompe un digiuno che per il tennis femminile italiano durava da aprile 2017. L’ultima azzurra a sollevare un trofeo era stata Francesca Schiavone a Bogotà. A Tianjin, risorge Caroline Garcia: sesto titolo in carriera per la transalpina, che non si aggiudicava un torneo da Pechino 2017. Lacrime liberatorie non solo per Caroline Garcia, ma anche per Timea Bacsinszky. La svizzera, reduce da un intervento chirurgico e un difficile percorso di rientro nel circuito si è spinta fino alle semifinali e con una partita tatticamente perfetta ha neutralizzato la potenza di Aryna Sabalenka. A Hong Kong il trionfo di Dayana Yastremska, 18 anni compiuti a maggio che, in finale ha annichilito Qiang Wang. Ottimo il torneo della cinese e ennesime delusioni dalle big. Elina Svitolina e Garbine Muguruza, estromesse dal torneo proprio dalla Wang. Disastro Ostapenko eliminata al primo turno dalla numero 317 del mondo, Kristina Kukova.

WTA LINZ: CAMILA GIORGI SOLLEVA IL SECONDO TROFEO IN CARRIERA E REGALA ALL’ITALIA UN TITOLO WTA CHE MANCAVA DA APRILE 2017

Alle 15.09, l’ennesimo errore di una impotente e stremata Ekaterina Alexandrova (alla settima partita in nove giorni, tra qualificazioni e main draw), ha consegnato in un colpo solo il secondo trofeo in carriera a Camila Giorgi (dopo s-Hertogenbosch 2015), il best ranking al numero 28 per la tennista di Macerata e quel titolo che all’italtennis femminile mancava dal 15 aprile 2017. A centrarlo era stata Francesca Schiavone a Bogotà. Camila Giorgi ha così messo il sigillo su una stagione che, già da inizio anno, da tutti gli appassionati e addetti ai lavori era vista come quella della svolta per la tennista azzurra. Camila sta raccogliendo i meritati frutti di un cambiamento non semplice per quella che è sempre stata la sua visione del tennis. Non più a tutta forza con rischi inutili, non solo colpi piatti, non più tradita dalla fretta di far partire il vincente diretto che troppo spesso si tramutava in gratuito e grossolano. La chiave del successo? La maturità di Camila Giorgi, che si è messa in discussione e ha rivisto l’opinabile scelta di giocare ogni punto come se ogni quindici avesse lo stesso peso specifico. Camila pronuncia ancora il vecchio detto “Penso al mio gioco e non mi curo di chi ho davanti”, ma non è esattamente così. C’è un piano tattico quando scende in campo ed è studiato sui punti deboli dell’avversaria di turno. Certo, Camila non snaturerà mai il suo gioco e mai potrà diventare una regolarista. Di tanto in tanto fa e continuerà a fare di testa sua, senza guardare chi c’è dall’altra parte, spreca e continuerà a commettere qualche gratuito di troppo. Ma ora il tennis di Camila Giorgi è meno istintivo e razionalizzare non può che essere un valore aggiunto per una tennista potente come poche e dotata di una velocità non indifferente nel gioco di gambe e nei movimenti dei piedi. Il torneo indoor di Linz è prestigioso e affascinante. Il prestigio è tutto nelle entry list e nell’albo d’oro, al quale oggi si è aggiunto il nome di Camila Giorgi, che già quattro anni fa era arrivata in finale e perse da Karolina Pliskova dopo non aver finalizzato un match point. Affascinante perché è spesso palcoscenico di belle imprese da parte di giocatrici di puro talento. E’ il caso di Viktorija Golubic, finalista nel 2016 e semifinalista lo scorso anno che nel 2017, insieme a Magdalena Rybarikova, ha dato vita a una partita bellissima e ricca di colpi splendidi da una parte e dall’altra. Quest’anno a far brillare gli occhi agli esteti del tennis è stata Margarita Gasparyan, autrice dell’eliminazione di Kiki Bertens, testa di serie numero 2 e fresca top 10. Proprio la ventiquattrenne russa, che è rientrata recentemente nel circuito dopo un lungo stop a causa di un infortunio via l’altro, è stata l’unica in grado di strappare un set a Camila Giorgi. Una menzione per quanto fatto nel torneo è d’obbligo per Ekaterina Alexandrova, che grazie alla prima finale Wta in carriera disputata oggi tornerà in top 100 (per la precisione al numero 87) e Andrea Petkovic, che ha estromesso Julia Goerges al primo turno e si è arresa proprio alla Alexandrova in semifinale.

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WTA TIANJIN: IL RITORNO DI GARCIA E BACSINSZKY

L’anno scorso a contendersi il titolo sono state Maria Sharapova e Aryna Sabalenka. Una finale, quella del 2017, che, se da un lato ha alimentato le speranze di Masha, dall’altro è stata la prima vetrina importante per la bielorussa. La Sharapova, che in Cina ha vinto l’unico titolo dopo il rientro dalla squalifica per doping, in questa stagione ha disatteso le aspettative. Mentre per Aryna Sabalenka proprio il palcoscenico di Tianjin è stato il trampolino di lancio verso un fine 2018 da incorniciare. Quest’anno pronostici più o meno rispettati. In finale sono approdate le prime teste di serie, rispettivamente Karolina Pliskova e Caroline Garcia. La francese ha portato a casa il sesto titolo in carriera e in parte riscattato una stagione incolore. E’ una vittoria significativa quella di Caroline Garcia. Paralizzata dalle pressioni di dover difendere i 1900 punti conquistati lo scorso anno con la doppietta Wuhan-Pechino, la Garcia ha dato il peggio di sé: sconfitta al primo turno a Wuhan da Katerina Siniakova (dopo aver avuto match point per chiudere la partita in due set), mentre a Pechino si è consegnata al terzo turno ad Aryna Sabalenka, in un incontro dominato fino al 7-5, 5-2. Al momento di chiudere, Caroline Garcia ha palesato tutte le sue fragilità e ha cominciato a tremare e sbagliare tutto. La tennista francese, in due settimane è precipitata dalla posizione numero 4 alla 16 del ranking. Con l’affermazione odierna la top 10 si riavvicina (domani Caroline Garcia sarà numero 12) e la Garcia si rilancia in prospettiva 2019. Libera dalla tensione, Caroline Garcia è tornata “Fly Caro” e ha mostrato sprazzi del proprio miglior tennis, senza cedere set e senza crollare emotivamente nei momenti chiave. Giusto qualche sbandamento nella semifinale contro la sempre insidiosa Su-Wei Hsieh (la Garcia conduceva 5-1 nel secondo set e ha rischiato di farsi agganciare) e oggi di fronte a Karolina Pliskova. La francese, dopo aver vinto il primo lottatissimo set e recuperato da 1-5 nel tie-break, ha dilagato nel secondo parziale. Dal 5-0 al 5-3 il passo è stato breve, ma la tennista francese è stata brava a scacciare i fantasmi delle partite gettate via in questa che sarebbe dovuta essere la stagione della consacrazione, e ha messo le mani sul trofeo nel modo più atorevole: un ace. Tianjin è stato il torneo dei pianti liberatori. Non solo quello di Caroline Garcia, ma anche quello di una ritrovata Timea Bacsinszky. L’atleta svizzera, uscita in semifinale per mano di Karolina Pliskova, è sulla buona strada verso il definitivo recupero. Reduce da dodici mesi all’insegna della maledizione degli infortuni (un intervento chirurgico e problemi vari, legati al lungo percorso di rientro nel circuito dopo un lungo stop), la Bacsinszky ha disinnescato la potenza di Aryna Sabalenka con una partita tatticamente perfetta. Ottimi i segnali anche sotto l’aspetto della condizione atletica e Timea, che ancora nel 2018 non aveva vinto un match in un tabellone principale Wta, risale la china: da numero 329 era arrivata al Tianjin Open e numero 238 sarà domani. Karolina Pliskova, infine, dovrà giocarsi a Mosca la qualificazione alle Wta Finals di Singapore.

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WTA HONG KONG: YASTREMSKA BOOM, ANCORA QIANG WANG E DISASTRO BIG

La giocatrice di Odessa più attesa era Elina Svitolina. La numero 1 ucraina è stata strapazzata da una Qiang Wang in grande spolvero (due titoli International, semifinali a Wuhan e Pechino, finale a Hong Kong, questo l’impressionante ruolino di marcia della Wang degli ultimi mesi) e a prendersi meritatamente il tributo del mondo del tennis è stata una sua concittadina: Dayana Yastremska, 18 anni compiuti lo scorso 15 maggio, quest’anno aveva centrato una sola vittoria in un main draw del circuito maggiore. A farne le spese, in quel di New Haven era stata Danielle Collins. La giovanissima ucraina oggi ha spazzato via Qiang Wang: tre soli giochi concessi, 33 vincenti in 15 games disputati, accelerazioni devastanti che hanno lasciato immobile la malcapitata cinese. Dayana Yastremska è la seconda tennista del nuovo millennio ad aggiudicarsi un titolo Wta. Una impresa che era finora riuscita soltanto a Olga Danilovic e ai danni della coetanea Anastasia Potapova. Qiang Wang ha poco da rimproverarsi per la finale persa. Dayana Yastremska è stata semplicemente superiore, troppo forte in questa giornata di stato di grazia. Ottimo il torneo della tennista cinese, che si avvicina sempre più alla top 20 e che rivedremo all’opera al Wta Elite Trophy di Zhuhai (ha ricevuto una wild card per disputare il cosiddetto “Masterino”). Due gli scalpi eccellenti portati a casa da Qiang Wang: Elina Svitolina e Garbine Muguruza. La spagnola, sempre più in crisi di risultati, non ha saputo gestire il 4-1 di vantaggio nel terzo set. Sconcertante la prestazione di Jelena Ostapenko che, con l’uscita immediata per mano della numero 317 del mondo Kristina Kukova, ha disputato l’ennesimo torneo mordi e fuggi. La campionessa del Roland Garros 2017 deve porsi parecchi interrogativi sull’opportunità di apportare varianti tattiche a un gioco troppo rischioso e che, per mancanza di soluzioni alternative, è inevitabilmente legato a fiammate di una-due settimane, nelle quali tutto gira per il verso giusto.

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