Gli spettatori presenti sul Campo Centrale del Foro Italico hanno assistito ad un grande spettacolo tennistico messo in atto dalla prime due semifinaliste del Wta di Roma. Non si esagera se diciamo che entrambe meritavano la finale.
Si è aperto con la sfida tra la n. 2 del mondo Simona Halep e la n. 10 Carla Suarez Navarro il sabato di grande tennis di Roma dedicato alle semifinali di entrambi i tabelloni del singolare. Le due giocatrici erano al decimo confronto diretto (5-4 per Halep i precedenti) se si conta anche la partita non disputata al Foro Italico lo scorso anno (ritiro della rumena). In sostanza quindi si affrontano a Roma per la prima volta. Entrambe arrivano molto cariche. Da un lato Carla, un pò da sopravvissuta, che era stata quasi eliminata dalla rediviva Bouchard ma che è fresca di vittoria super contro Petra Kvitova. Dall’altro Simona Halep si è presentata a Roma in versione rullo compressore ed approda alle semifinali con appena 7 games al passivo, roba che neanche Borg.
Simona gioca da favorita e ci mette giusto una manciata di minuti a entrare in partita, prendere le misure e attivare il pilota automatico. Così da 2-0 Suarez, mette in fila ben 7 games consecutivi, che dicono tutto. Difficile commentare sul piano tecnico una partita così. Poco da rimproverarsi, se vogliamo, per la Suarez. Simona difende bene e attacca meglio, non lascia respiro alla sua avversaria. I mal pensanti che avevano ritenuto che la rumena considerasse Roma come una sgambatura di preparazione verso Parigi son serviti.
Sul 6-2 1-0 per Halep, la spagnola prova a rientrare in partita, punto dopo punto. Simona perde un pò di incisività mentre lei al contrario tiene un livello di gioco sempre molto alto. La partita cambia, gradualmente, inaspettatamente, con la Suarez che sale in sella a condurre le operazioni e, dopo un clamoroso errore di Halep sulla palla break del 4-5, chiude al settimo set point con il punteggio di 6-3. Grossissimi problemi al servizio per Simona che registra delle percentuali di punti preoccupanti con la prima di servizio e viene brekkata come se piovesse.
Inizio terzo set sotto il segno della continuità, con Suarez Navarro che si porta avanti di un break per ben quattro volte, ma viene puntualmente raggiunta. Otto break di fila. Rispetto alla seconda parte del secondo parziale ora Halep è tornata ad avere una buona presenza in campo ma paga le gravi carenze al servizio. Al nono gioco, la rumena riesce a tenere il servizio (dopo aver subito 7 break negli ultimi 8 turni di battuta). Suarez si ritrova a dover servire per rimanere nel match sul 4-5.
E’ una partita in cui all’intensità agonistica e alla tensione dovuta all’importanza del risultato, si unisce anche una elevata qualità tennistica, con Suarez Navarro che mette in mostra delle doti difensive eccellenti, che spesso mandano in tilt Halep, la quale dal canto suo può contare invece su un gioco più incisivo e penetrante.
Decimo game del terzo, dicevamo: Halep si porta avanti 0-30, ma qui compie quattro errori piuttosto gravi, certamente anche dovuti alla tensione, e così anche Suarez riesce a tenere il proprio turno di battuta. Dal 5-4 Halep, la Suarez vince tre games di fila, partendo sempre da 0-30, e si aggiudica una partita nella quale è successo di tutto, chiudendo al secondo match point, procurato da una clamorosa ingenuità della giocatrice rumena. Ha vinto chi ci ha creduto di più. Halep ha avuto la colpa di far tornare in partita la Suarez a inizio del secondo, e ha mancato la conclusione di alcuni punti già quasi fatti, rivelatisi sostanzialmente decisivi. La Suarez Navarro conferma il trend di crescita esponenziale che ha caratterizzato il suo 2015 e si regala una giusta finale e l’ingresso tra le prime 8 del ranking.