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Alla scoperta di Belgio – Italia di Coppa Davis

L’eroica rimonta di Fabio Fognini contro Guido Pella nell’ultima partita decisiva per il primo turno di Coppa Davis comporta delle importanti conseguenze. La prima, fondamentale, è che ci garantisce un altro anno di serenità all’interno del World Group, evitandoci uno spareggio a settembre e il rischio di eventuali psicodrammi. La seconda, scontata ma evidente, è la possibilità di proseguire il percorso verso la prestigiosa insalatiera.

TRASFERTA DIFFICILE MA POSSIBILE – È ovvio che l’Italia non possa essere considerata tra la favorite per la vittoria, ma il ruolo dell’underdog porta sempre bene. Considerato, inoltre, che la Coppa Davia è la follia per eccellenza, sarebbe anche giusto farci un pensierino. Ora il tabellone ci riserva la possibilità di sfidare il Belgio in trasferta; in fondo, andando a vedere il lotto delle squadre ai quarti di finale, tanto meglio non poteva andare. Tuttavia va anche detto che questa partita, se l’avessimo giocata in casa, sarebbe stata decisamente più alla portata. Il Belgio si presenta come un movimento tennistico il cui principale interprete risponde al nome di David Goffin: giocatore ormai fisso a ridosso dei Top Ten, Goffin ha avuto il suo primo vero exploit due anni e mezzo fa, a 24 anni, quando inanellò una serie di risultati nell’estate 2014 che gli valsero nel giro di tre mesi quattro challenger (Schveningen, Tampere, Poznan e Mons), un ATP 250 (Metz) e due finali (Basilea e Winstom Salem). Al termine di questa serie aveva guadagnato oltre ottanta posizioni e negli anni successivi si sarebbe riconfermato. Dietro di lui però c’è il solo Steve Darcis, 32enne ancora combattivo e attualmente numero 59 ATP dopo un periodo difficile (il suo best è 44). Completano il team i secondari Ruben Bemelmans, ricorrente in Coppa Davis ma raramente presente tra i top 100; De Greef (140 ATP questa settimana) e De Loore (vincitore nel doppio contro la Germania, ma veleggia intorno alla 200). Unico prospetto è il ventenne Geens, ma è ancora lontano dal poter dire la sua (287 ATP).

CASA ITALIA – Pare quindi scontato che la sorte dei “Diavoli Rossi” dipenda, se non interamente, almeno in larga parte dalle condizioni di forma dell’attuale numero 11 al mondo Goffin. Reputiamo ampiamente prevedibile che i belgi, giocando in casa, preferiranno avvalersi di una superficie veloce, sia perché entrambi i singolaristi si esprimono egregiamente sul veloce, sia perché i nostri, al contrario, preferirebbero la terra. Diciamo che sarebbe suicida una scelta diversa. Come si può pensare che arrivino i nostri ragazzi al mese di aprile? La preparazione (con l’eccezione di Seppi) è di norma finalizzata ad ottenere i migliori risultati nel periodo tra aprile e i primi di giugno, ossia la prima fase della stagione sulla terra rossa. Entrando un attimo nel cervello di Barazzutti (al netto di eventuali, e speriamo assenti, infortuni), il primo vero aspetto complicato concerne proprio l’eventuale esclusione dell’attuale numero 1 di Italia Paolo Lorenzi: Paolino è il più continuo degli azzurri ad oggi, tuttavia paga una non grande attitudine al veloce, sebbene abbia comunque riportato ottimi risultati, come all’Us Open. Forse converrebbe preferire il più collaudato Seppi (il cui quarto turno in Australia dimostra come abbia ancora tanto da dare) e la croce-delizia Fognini, sperando in una delle sue giornate di grazia. Nel doppio pochi dubbi: un Bolelli con due mesi di preparazione in più dovrebbe essere assolutamente competitivo da affiancare a Fognini stesso. Comunque manca ancora del tempo, non affrettiamo.

I PRECEDENTI – Facendo i bravi nerd tennistici siamo andati anche a dare un’occhiata ai precedenti: il più recente risale a 17 anni fa, quando, sulla terra di Venezia, i fratelli Rochus (Olivier e Cristopher) sconfissero con grande facilità l’Italia di Gaudenzi, Sanguinetti, Nargiso e Furlan nel primo turno della Coppa Davis del 2000. Sarebbe stato il nostro l’ultimo anno di World Group prima del ritorno targato solo pochi anni fa. Andando ancora più indietro, tutti gli altri sette precedenti sono nel periodo 1950-1969, e videro l’Italia (quasi sempre guidata dall’eroico Nicola Pietrangeli) trionfare in ben 5 delle sfide. Ben tre di questi incontri si disputarono sulla terra, mentre degli altri quattro il sito della Coppa Davis non riporta le superfici (anche se è realistico ritenere che si giocarono sulla terra almeno quelli che ci videro giocare in casa). Tornando ai giorni attuali, il vincitore di questo interessante quarto di finale sfiderà in semifinale il vincente di Australia – Stati Uniti. Però è ancora presto per parlarne, intanto l’appuntamento è per il 7 aprile.

Giovanni Romano

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