Lo scorso weekend si sono disputate in giro per il mondo le 12 sfide di qualificazione verso le fasi finali della Coppa Davis 2023. La storica competizione a squadre negli ultimi anni ha subito numerosi cambiamenti, con il format che è stato più volte stravolto. La gestione Kosmos, guidata dal calciatore Gerard Pique, ha provato a rendere più appetibile questo torneo, cambiandone però l’essenza. Tanto che i playoff sono l’unica cosa che resta della storica Coppa Davis.
È stata la stessa ITF a decretare, indirettamente, il fallimento di questa gestione, scegliendo di ritornare ad essere l’unico organizzatore a partire dal 2024. Per questo motivo molto probabilmente dall’anno prossimo la Coppa Davis sarà stravolta nuovamente, abbandonando questo format che tanto ha fatto discutere.
Ma l’ITF può salvare qualcosa dalle ultime edizioni oppure è tutto da cambiare? Un elemento da cui poter partire per le prossime edizioni è sicuramente l’idea dei playoff, in cui è ancora rinchiusa la vera essenza della Davis. Il caso emblematico è stato il tie tra Cile e Kazakhistan andato in scena tra sabato e domenica.
Le due formazioni si sono affrontate in un clima emozionante, con il pubblico cileno che come da tradizione ha spinto i propri beniamini verso la qualificazione al prossimo turno. Il supporto del tifo è ciò che caratterizza di più questa competizione, portando a ribaltare totalmente i pronostici della carta. La bolgia in cui si sono giocate le 4 partite in Cile ha creato un’atmosfera unica nel tennis, sport individuale e non di squadra.
Il tifo incide e non poco in questa competizione, basti pensare che la formazione sudamericana non perde in casa da 9 incontri. Questo dato è sorprendente se si considera la mancanza, in Cile, di grandissimi giocatori, capaci di garantire la vittoria. Il fattore pubblico non è l’unico da tenere a mente: la squadra di casa ha anche il vantaggio, non da poco, di scegliere la superficie della sfida.
Queste due componenti sono quelle che alla fine hanno da sempre caratterizzato la Coppa Davis, con le masse popolari a spingere verso grandi imprese. Sicuramente se bisogna cambiare nuovamente il format non si può fare a meno di ripartire da questi play-off, che sono il punto in comune tra l’innovazione e la tradizione.
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