Ha bruciato le tappe Jannik Sinner che, lo scorso anno, ha vinto il torneo NextGen ATP Finals e non solo ha inserito il suo nome nell’albo d’oro della competizione che consacra talenti e gli apre le porte verso il tennis dei grandi, ma ha segnato un record: è il più giovane vincitore di sempre.
A soli 18 anni, infatti, fanno quasi più scalpore e notizia le sue sconfitte che le vittorie e poco importa il nome dell’avversario di turno. Per il tennista di San Candido, che proprio ieri ha ceduto il passo a Daniil Medvedev negli ottavi di finale dell’Open 13, presto potrebbero aprirsi anche le porte della nazionale.
Non sono solo supposizioni o facili intuizioni, a rivelarlo è stato Corrado Barazzutti in un’intervista al quotidiano “La Nuova Sardegna”: “Non posso anticiparvi i nomi dei convocati, prima devo dirlo a loro poi ai giornalisti. Mi sembra più corretto che sia così. Posso però dirvi che quello di Jannik Sinner è un profilo interessante e che ha la mentalità giusta per poter giocare ad alti livelli e lo sta dimostrando”.
L’Italia si prepara ad affrontare una nuova sfida in Coppa Davis contro la Corea del Sud: “È un’avversaria da non sottovalutare e dovremmo dare il massimo. Nello sport nulla è semplice”. La “nuova” formula del torneo ha fatto molto discutere e Corrado Barazzutti non ha dubbi: “Se potessi scegliere tornei a come era all’origine. Giocare al meglio dei tre set ha fatto perdere fascino alla competizione”.
Sono tanti però i giovani azzurri che possono portare in alto i colori dell’Italia in futuro, non solo Sinner: “Lui insieme a Sonego e Berrettini rappresentano le grandi speranze del nostro tennis”.
Conoscere la storia per guardare al futuro. Nessun connubio migliore di quello di Barazzutti e i giovani talenti emergenti ma non solo. Il ct dell’Italia si affida anche alla “sua” Sardegna per cercare la vittoria: “Certo che ci auguriamo di vincere la Coppa Davis anche perché è un’emozione fantastica che ho avuto il piacere di provare da giocatore. A Cagliari so che ci sarà tanta gente a fare il tifo per noi e saranno la nostra arma in più”.
Il legame con l’isola è da sempre molto forte e, forse, consolidato ancora di più adesso che alla guida della federtennis c’è un cagliaritano doc come Angelo Binaghi: “Mia moglie è di origine sarda abbiamo ancora dei parenti qui mentre avevamo una casa a Cala Verde che però abbiamo venduto. Con Angelo c’è un rapporto di amicizia e stima che va oltre le cariche istituzionali. Insieme abbiamo fatto un gran lavoro e se siamo ancora qui dopo 20 anni vuol dire che siamo andati ben oltre le aspettative”.
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