Yannick Noah: “Il mio segreto? Semplice, amo il tennis, i miei giocatori e i tifosi”

Yannick Noah

In occasione di un’intervista che gli è stata fatta di recente, il capitano della nazionale francese di Coppa Davis ha parlato di vari argomenti, fra cui quello relativo alla decisione di abbandonare il tennis a fine stagione: “Sarà divertente avere l’opportunità di vivere ancora un grande momento, un ultimo fine settimana speciale. Ho preso la decisione di abbandonare la panchina all’inizio dell’anno e anche se ora sono pronto ad uscire di scena, sono emozionato e non mi sarei mai aspettato di poter vivere delle esperienze così esaltanti dopo circa vent’anni di stop. Ho 58 anni e dopo un po’ che uno lavora in famiglia ha la necessità di trasmettere le proprie idee ai suo figli. Questo è ciò che succederà alla mia amica Amelie, che sarà in grado di dar continuità al nostro successo, e con Julien, che sarà un grande capitano per la Fed Cup. Mi auguro che i miei giocatori parteciperanno ad altre Davis nei prossimi anni, per dare continuità a ciò che abbiamo costruito insieme”. Il lavoro di Noah si è sempre distinto per la creazione di legami particolari all’interno della squadra. Ha questo proposito ha affermato: “Per me la Davis è condivisione. Siamo come una grande famiglia di giocatori, dove ognuno prova ad aiutare l’altro. E’ qualcosa di speciale. La cosa più importante per me è quella di realizzare una connessione forte tra i giocatori e lo staff. Un capitano deve essere bravo soprattutto a fare questo, a far star bene tutti i membri della squadra. Di solito il giocatore di tennis è profondamente individualista e manca di queste attitudini. La Davis quindi deve essere l’occasione dove si arricchisce di qualcosa di nuovo, che non ha mai provato prima, per questo è magica”.  In conclusione, Noah ha parlato della finale contro la Croazia e sul fatto che abbia buone possibilità di conquistare il trofeo: “Il mio segreto? E’ semplice, amo il tennis, i miei giocatori e i tifosi. E tutti amiamo questa competizione. Vorrei che mi regalassero un ultimo grande ricordo, da portare sempre dentro di me”.

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