Australian Open, primi casi di positività: quarantene forzate per i giocatori

epa07321161 Naomi Osaka (L) of Japan and Petra Kvitova (R) of Czech Republic pose for photos with their trophies after their women's singles final match against Petra Kvitova of Czech Republic at the Australian Open Grand Slam tennis tournament in Melbourne, Australia, 26 January 2019. EPA/MAST IRHAM

Ancora polverone sui prossimi Australian Open e adesso il rischio quarantena obbligatoria – ma “seria”, quella senza nessuna possibilità di uscire dalla stanza – diventa sempre più concreta per tante giocatori.

Due sono i voli incriminati per il momento, il primo in partenza da Los Angeles mentre il secondo è atterrato in Australia da Abu Dhabi. Appurata la presenza di persone positive al covid-19, tutti i tennisti presenti sui due charter sono stati “isolati” nelle loro camere d’albergo in attesa di nuovi test e verifiche.

Ancora molto incerta la situazione con tutti i giocatori che aspettano riposte dagli organizzatori e Tennis Australia ha già fissato una “call” per cercare di trovare la migliore soluzione per tutti. In ogni caso l’incubo della maggior parte dei giocatori sembrerebbe pronto a trasformarsi in realtà.

La quarantena soft, infatti, era il punto su cui i giocatori avevano “forzato la mano” per poter decidere di volare in Australia per disputare il primo Slam dell’anno. In sospeso anche Krajinovic che dovrebbe allenarsi con Novak Djokovic ad Adelaide proprio in vista degli appuntamenti imminenti.

Intanto, via social, arrivano anche le prime dirette streaming e i primi malcontenti degli atleti che si sono sentiti abbandonati a se stessi in questo momento di incertezza.

Sempre via social network, intanto, un’altra polemica – seppur in tono minore – riguarda i pasti serviti dalla cucina dell’hotel che ospita gli atleti. E qualcuno non ha esitato ad ordinare un pranzo d’asporto direttamente dal fastfood. La situazione si preannuncia davvero di difficile gestione.

 

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