¡Muchisima suerte Roberto!

Immaginate di essere un tennista professionista. Non uno qualunque, ma il numero nove del mondo. Avete raggiunto la semifinale di Wimbledon. Avete sconfitto, due volte nello stesso anno, il numero uno al mondo. Avete calcato i palcoscenici più importanti al mondo. Avete migliaia di tifosi che vi supportano ogni settimana. Anche il vostro conto in banca non fa altro che sorridervi. Come se non bastasse, siete fidanzati con la ragazza dei vostri sogni. Siete una coppia inossidabile e state ormai pensando di sposarvi.

Tutto perfetto.

Se non fosse che la vita è imprevedibile e tutto può cambiare. Da un momento all’altro. Nel giro di un anno e mezzo muoiono entrambi i vostri genitori. Voi avete appena trentun anni. E non potete farci niente. Perché nella vita né i soldi, né la fama e né la gloria sono tutto. Nella vita ci sono cose che non si possono comprare. Queste cose, in realtà, si chiamano persone e non si può far nient’altro che godersele finché ci sono. Passare con loro bei momenti da ricordare per sempre. Sorridere ed essere felici.

Roberto Bautista Agut

Roberto Bautista Agut, poche ore prima, aveva dovuto abbandonare la Coppa Davis per motivi familiari. Giusto il tempo di volare dalla sua famiglia e prendere atto di ciò che stava accadendo. Suo padre Joaquin, il suo punto di riferimento, si stava spegnendo. Già malato da tempo, nelle ultime ore aveva avuto un peggioramento delle proprie condizioni di salute e, purtroppo, non ce l’ha fatta.

Sicuramente Roberto non sarà solo. Le persone che gli vogliono bene, i suoi concittadini di Castellòn de la Plana, la Spagna intera ma anche tutto il mondo del tennis gli saranno vicini e non sarà certo la solidarietà a mancare. Fatto sta, però, che provoca un nodo in gola pensare che un ragazzo di trentun anni, proprio negli anni migliori della sua vita, veda scomparire due figure fondamentali, in così poco tempo.

Nessuna parola potrebbe esprimere il dolore che sta provando adesso lo spagnolo, il quale ha chiesto discrezione e rispetto nei confronti dei suoi cari. Noi non possiamo far altro che accogliere il suo invito e porgergli le più sentite condoglianze, sperando che riesca a superare questo momento. Anzi, siamo certi che un guerriero come lui, un uomo che non si arrende mai, lo farà.

Infine, visto che sognare non costa nulla, sarebbe davvero bello se i suoi compagni riuscissero nell’impresa di conquistare la Coppa Davis e magari dedicarla a lui. Dei del tennis, se ci siete, battete un colpo!

Antonio Sepe

Sono nato tre giorni dopo Jannik Sinner. Il talento, però, l'aveva già preso tutto lui. Guardo il primo turno di un Atp 250 con lo stesso entusiasmo di una finale di Wimbledon.

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