Non esiste un titolo abbastanza bello per parlare di Federer

Nella mia testa ho scritto questo articolo almeno 15 volte.
Ero in ansia per trovare il giusto titolo.
Ero in ansia per trovare il giusto attacco.

Non esiste il giusto titolo; non esiste il giusto attacco.
Esiste solo l’immenso amore verso Roger.

Ieri sera, ieri notte io, come altri milioni di appassionati tifosi, ho pianto.

Durante la giornata, avevo voglia di vedere Federer di nuovo in campo ma speravo che quelle lancette non girassero mai, speravo che la partita di Murray vs De Minaur durasse all’infinito, perché alla gioia si stava sovrapponendo l’ansia.

La tristezza di una storia stupenda che volge al termine.
L’ultimo giorno d’estate.
Il tuo migliore amico che va a vivere dall’altra parte del mondo e forse non lo rivedrai più.

Molti più bravi e titolati di me hanno già speso fiumi di parole su cosa abbia rappresentato Roger per il tennis; molti hanno già mostrato centinaia di scatti fotografici con le lacrime sincere di Roger, di Mirka, dei figli, di Rafa, di Tsitsipas, del papà, della mamma.

E’ anche difficile scrivere qualcosa di sensato che non sia già stato detto; davanti al monitor mi sento esattamente come mi sentivo ieri davanti alla tv, impotente, con un fiume di emozioni dentro ma impotente; con il fuoco dentro ma immobile, senza alcuna possibilità di cambiare questo destino.

Perché diciamocelo chiaro, chi non avrebbe voluto cambiare questo epilogo?

Potendo tornare indietro nel tempo forse egoisticamente farei qualcosa su quel maledetto 8-7 40-15, ma FORSE, e dico forse, è giusto che la storia ci abbia consegnato anche questa sconfitta, perché nel dramma (sportivo) è emersa ancora più nitida l’aura del campione immortale quale è Roger.

Io (come qualche altra decina di milioni di tifosi) avrei solo voluto vedere Federer in campo fino a 60 anni, in buona salute e con tutta la sua classe cristallina; non ci si può stancare di vederlo, non ci si stanca di ammirarlo.

I suoi detrattori, tifosi di altri o semplicemente ciechi, ridacchiano di noi “vedove inconsolabili”, dicono che siamo esagerati.
Bisogna comprenderli, loro non hanno avuto la fortuna di tifare il tennista più forte di sempre.

Loro tifano (forse) qualche altro campione, ma non sanno la differenza che passa fra un bozzetto e un’opera d’arte.
Non sanno la differenza fra un poster e gli affreschi della Cappella Sistina.

Come si può spiegare la sublimazione del tennis fatta persona a chi il tennis lo vive fuori Roger?

Oggi è un giorno piovoso e abbastanza freddo; oggi è il giorno 1 senza Federer in campo.
E’ iniziata una nuova era per il tennis, visto che ufficialmente i Fab 4 non ci sono più, e visto che questo del campione svizzero potrebbe essere il preludio di altri addii.

Federer lascia, ma la sua immagine rimane immortale in ogni campo da tennis, da quello di periferia al centrale di Wimbledon.
Resta vivo il ricordo dei suoi colpi delicati, della sua grazia, della sua leggerezza, della sua eleganza.

Unico giocatore, stando a quello che ho potuto constatare in più di 20 anni che seguo il tennis, che abbia tifosi veri fra i suoi colleghi, gente che ha iniziato per merito suo.
Unico giocatore che faceva 20000 persone in uno stadio per un suo allenamento.
Unico giocatore che bla bla perché potrei andare avanti per ore.

Unico giocatore.
Unico.

Ringrazio Dio per essere nato in quest’epoca ed essermi goduto IL tennis.
Lunga vita al RE!

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