Storie di tennis e di riscatto

Storie di tennis e di riscatto: da Cecchinato ad Agassi, da Maria Sharapova a Sara Errani, vi raccontiamo qualche storia di campioni caduti, che però non si sono mai arresi.

“I campioni non si riconoscono da quante gare vincono, ma da come si rialzano dopo una sconfitta” essendo noi profondamente convinti della veridicità di questa frase, quest’oggi abbiamo deciso di raccontarvi delle storie di riscatto, di campioni caduti sì, ma che comunque non si sono mai arresi.

La lista di questi campioni è lunghissima, a partire dall’italiano del momento, Marco Cecchinato squalificato per 18 mesi nel 2016 dal tribunale della FIT perché implicato nello scandalo delle scommesse. Marco non si è arreso, si è mosso per vie legali, ha esposto ricorso, riuscendo così a farsi ridurre la squalifica da 18 a 12 mesi, per poi continuare ad allenarsi giorno dopo giorno sempre con il medesimo entusiasmo e voglia di riscatto. Costanza e determinazione, enormi le sua, sono state ripagate lo scorso aprile, quanto Marco dopo essere stato ripescato come Lucky Loser è riuscito ad accedere al tabellone principale dell’ Atp 250 di Budapest dove, dopo aver sconfitto nell’ordine: Mirza Basic, Jan-Lennard Struff, Andreas Seppi e John Millman è riuscito a portarsi a casa il primo titolo Atp della sua carriera.

cecchinato

Come non citare a questo punto Andre Agassi, l’ex tennista all’interno della sua biografia, Open, ha infatti rivelato che nel 1997 è stato trovato positivo alla metanfetamina. Quello, probabilmente è stato il momento tennistico più complicato nella vita del Kid di Las Vegas. Le cose decisamente non andavano bene, il primo matrimonio l’aveva portato lontano dal tennis, dal suo mondo, troppo sfarzo, troppa vita mondana, avevano indotto i più a parlare di Agassi come un tennista ormai finito. Ma Andre non ci sta, lui non si arrende, ricomincia ad allenarsi seriamente, torna a giocare come sa, inizia così una scalata alle classifiche mondiali che non ha precedenti nella storia del tennis, partendo dalla 122 esima posizione in pochi mesi, riesce infatti a chiudere l’anno tennistico da n° 6 del mondo.

Non possiamo omettere da questa speciale classifica, l’ex numero uno del mondo Maria Sharapova. Dopo una carriera costellata di successi il 7 marzo 2016 per lei e per i suoi tifosi arriva la doccia fredda, l’ itf  (International Tennis Federation) le comunica che ha fallito un test antidoping, è infatti risultata positiva al Mildronate. La russa si giustifica affermando di far uso di quel medicinale da ben 10 anni per regioni di salute, ma soltanto a partire da gennaio di quello stesso anno la sostanza in questione è stata inserita nella lista delle sostanze proibite dalla Wada. Maria non si arrende, ricorre in appello, riesce a dimostrare la sua buona fede, la pena viene così ridotta da 24 mesi a un anno e 3 mesi. Nel 2017 la campionessa ritorna in campo, in occasione del Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda, riuscendo a raggiungere agevolmente la semifinale.

errani

Ultima della nostra lista non poteva che essere Sara Errani. Emblema vivente della forza di volontà e del non arrendersi mai, anche la nostra Saretta ha subito una squalifica di due mesi per positività al letrozolo rilevata in un test fuori competizione il 16 febbraio 2017. La Errani ha dichiarato “Non ho mai assunto, nella mia vita e durante la mia carriera, nessuna sostanza proibita. Colpa di un medicinale che mia madre assume dal 2012: l’unica ipotesi è una contaminazione del cibo. Sono molto arrabbiata ma allo stesso tempo in pace con la mia coscienza, assolutamente consapevole di non aver fatto nulla di male e di non aver commesso nessuna negligenza nei confronti del programma antidoping”.
Psicologicamente parlando questo è stato un colpo molto duro da assorbire per Saretta, ma conoscendo le gesta sportive a cui negli anni ci ha abituato, il suo carattere e la sua determinazione siamo sicuri che in futuro ci regalerà ancora grandi gioie. Forza Saretta dunque, non mollare.

Se c’è qualcosa che questi tennisti ci hanno insegnato è che non importa cadere, a volte neppure se davvero si è sbagliato o se si tratta soltanto di un’enorme malinteso, quello che conta davvero è solo averci riprovato, non essersi arresi, “se cadi 9 volte, rialzati 10” e poi altre dieci, solo a quel punto potrai dire di esserne uscito da vero campione.

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