Abu Dhabi: altro che esibizione

Lotte fra stelle, in questa edizione del Mubadala World Tennis Championship: Nadal, Tsitsipas e gli altri non si sono risparmiati, offrendoci un gustoso assaggio in vista della stagione 2020.

È appena terminato il tradizionale appuntamento di fine anno ad Abu Dhabi, che paradossalmente coincide con l’inizio della nuova stagione, considerando che gli atleti partecipanti iniziano a entrare nella giusta condizione proprio in questa manifestazione. Bisogna dire la verità, però: di esibizione ha avuto solo il nome. Tutti i partecipanti, chi più chi meno, hanno dato il massimo per ottenere il risultato nel tentativo di trovare la condizione e il morale ideali per l’inizio di stagione in Australia. Quest’anno, a farne parte, ci sono stati: Nadal, Tsitsipas, Djokovic, Khachanov, Rublev e Chung (questo è anche l’ordine di piazzamento).

Come detto però, sono stati tutti match seri e che sembravano partite normali di tornei ufficiali. Partendo dall’ultimo classificato, non possiamo certo dire che possa uscirne amareggiato. Chung ha perso due partite molto equilibrate nei punteggi contro i due tennisti russi (7-6 6-4 contro Khachanov e 7-6 7-6 contro Rublev). L’obiettivo per il coreano era quello di essere al top fisicamente, e così è stato. Nel 2020 punta a fare una stagione continua a livello fisico per risalire in modo importante la classifica ed è ben fiducioso che il suo corpo possa finalmente concederglielo.

Piazzatisi rispettivamente al quinto e al quarto posto, buona anche la partecipazione dei già citati Khachanov e Rublev. Come precedentemente detto, hanno vinto contro Chung, e il primo ha perso contro Nadal e contro Djokovic nella sfida per il 3/4 posto mentre il secondo ha perso nella prima giornata contro Tsitsipas. I due amici russi sono sotto la lente di ingrandimento di tanti fan da alcune stagioni ormai, e il 2020 può essere per loro l’anno dell’esplosione definitiva, di una continuità importante e di risultati degni di nota. Khachanov ha disputato una stagione inferiore alla precedente dove non è riuscito a confermare la vittoria di Bercy nel 2018, con diversi alti e bassi mentre Rublev, al rientro da alcuni infortuni, ha disputato un buon finale di stagione. Per entrambi, fondamentale il nuovo anno.

Nel gradino più basso del podio si è piazzato Novak Djokovic. Un match ordinato contro Khachanov, vinto 7-5 6-3, e una grande battaglia contro Tsitsipas nella giornata di venerdì persa in rimonta. In quella sfida abbiamo avuto segnali contrastanti dal serbo. Un primo set dominante sotto tutti i punti di vista, e un secondo e terzo set con troppi buchi mentali che alla fine ha pagato. Il greco ha iniziato a servire benissimo e Nole non è più riuscito nel terzo set a recuperare il break subito nel primo gioco, a causa di troppi errori. Anche in tornei ufficiali e’ successo sporadicamente negli ultimi tempi che Djokovic si staccasse mentalmente e fisicamente da un match dominato per buona parte, provando poi a riprendersi senza riuscirci.

Al secondo posto si è classificato proprio Stefanos Tsitsipas. Il greco dopo aver battuto senza grossi problemi Rublev, e dopo la Vittoria in rimonta citata precedentemente contro Djokovic, ha perso la finale contro il numero 1 del mondo Rafael Nadal. Una finale a dir poco combattuta e sentita. Più di 3 ore di lotta e partita decisa su pochissimi punti. In questa partita Tsitsipas ha dimostrato, come fatto a Londra, di avere dentro di sé il DNA del campione, di colui che non vuole mai perdere, neanche quando il risultato conta meno. Alle ATP finals, se vogliamo, aveva dato una dimostrazione ben più importante. Il venerdì è arrivato alla sfida con Nadal già qualificato e consapevole che in caso di vittoria avrebbe trovato il giorno successivo (quindi senza giorni di riposo) Roger Federer. Nonostante tutto, ha lottato per circa 3 ore, pur di non perdere. Anche in quell’occasione partita decisa all’ultimo in favore dello spagnolo. Ad Abu Dhabi, abbiamo ammirato una partita molto simile e ben giocata, con il successo in rimonta di Nadal, con uno Tsitsipas anche visibilmente nervoso. Non sopporta l’idea di perdere, che è sicuramente un pregio ma può diventare un piccolo difetto in caso di esagerazione. Un campione è colui che accetta anche le sconfitte, ma il greco, visti i suoi 21 anni, ha il tempo per capirlo.

Riguardo a Nadal, poco da aggiungere. Questa manifestazione è stata un’ulteriore prova di tutti i pregi che ha questo grande campione. Battagliere fino all’ultimo punto, e come spesso succede, ha avuto ragione lui. Riassumendo, segnali positivi da parte di tutti in vista del 2020, nessuno ne è uscito in modo negativo da questo torneo e sembrano pronti per la nuova stagione. Inoltre, molti di loro li vedremo nella nuova ATP Cup, in preparazione agli Australian Open.

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