Fed Cup, Italia vs Francia: impressioni da Genova

Dalla nostra inviata, Lucia Marrazzo.

Sin dal primo sguardo il pensiero è unanime: il palazzetto non convince! Il 105 Stadium di Genova è relativamente piccolo, con un illuminazione degna del privé di un night club. Per non parlare poi del campo, che già a partire dal riscaldamento palesa tutta la sua inadeguatezza. Non si vedevano tante buche, accumuli di terreno e strane increspature dal tempo degli scavi archerologici di Atene. Consigliamo alla Federgolf di farci un pensierino.

Altro giro altra corsa: non possiamo non parlare a questo punto di una parte del pubblico presente (per fortuna solo una piccola parte); quello, per intenderci, che nel tifo aveva lo stesso entusiasmo dei giocatori che beccano Federer o Nadal al primo turno di uno Slam. E che, come ciliegina sulla torta, all’inizio del secondo set durante il match di doppio ha pensato bene di fare una processione per uscire, tutto ciò sotto lo sguardo delle nostre giocatrici. Ecco, di questo genere di tifo credo che si possa anche farne a meno.

Decisamente più partecipe e rumoroso era invece il tifo francese: poco più di 100 presenti, ultra centenari compresi, che sono riusciti letteralmente a monopolizzare il palazzetto e a galvanizzare le giocatrici portandole ad un’impresa alla vigilia insperata.

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Vedere giocare così bene la Mladenovic è un evento che forse può capitare solo una volta nella vita. Un giorno potremo dire “è accaduto, credetemi è accaduto! Per qualche ora lo spirito di Suzanne Lenglen è entrato in lei“. Capitan Barazza nel suo silenzio serafico già valutava di aggiungere all’allegra brigata Fit, in vista delle prossime partite, oltre ad un parrucchiere per Sergio Giorgi anche un esorcista, per la serie: non si sa mai.

A partite concluse i nostri eroi, un po’ demoralizzati e un po’ increduli, dopo aver soccorso il giudice di sedia, ancora visibilmente scosso dalla scalata trionfale sulla sua sedia del capitano francese, mentre Barazza faceva il pisolino di metà pomeriggio, hanno deciso di rendere maggiormente utile le loro ultime ore in terra ligure, intrufolandosi furtivamente nell’hotel in cui alloggiava la nazionale francese.

Il nostro scopo era chiaro: cercare gli strumenti di tortura utilizzati su Garcia e compagnia, nella notte di sabato dalla Amelia più famosa di Francia. “Ho visto cose che voi umani…”. Vorremmo davvero dirvi quanto visto ma per tutela dei minori non possiamo rivelarvelo. Sappiate solo che a questo punto non ci chiederemo mai più come abbia fatto la Bartoli a vincere Wimbledon, né perché si sia ritirata subito dopo.

Infine, non possiamo e non vogliamo trascurare la nostra preferita, la tennista francese più simpatica degli ultimi 50 anni: è inutile precisare che ci riferiamo alla Cornet. Questa “simpatica canaglia” ha prima di tutto dato sfoggio del suo essere poliglotta esultando, durante la partita con la Giorgi, in tutte le lingue che il mondo abbia mai conosciuto, ovviamente meno una, il francese, mai sazia di perle regalate ai posteri; la nizzarda ha poi voluto definire in conferenza stampa le nostre giocatrici come “martello pneumatico e ulcera”; che dire, “come si può non amarla?”. Detto ciò, non ci resta che salutarci e rimandarvi alla prossima puntata di Fed Cup.

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