Baby boom, Bellis nuova Hingis o nuova Kournikova?

Siamo tutti nella classica fibrillazione post-upset. Un tempo si diceva “bambina”, oggi diciamo ragazzina. Una ragazzina di 15 anni e quattro mesi ha battuto ieri la numero 12 del tabellone, la Cibulkova, capace ad inizio anno di issarsi sino alla finale dell’Australian Open. Che sia ormai l’ombra della ‘nana rampante’ del primo 2014 è certo (e lo è da tanti mesi), ma quel che è successo ha comunque del clamoroso.

Lei, Cici Bellis, è numero 1208 del mondo. Chi qualche anno ce l’ha alle spalle, non può non ricordare la Capriati vincere le Olimpiadi di Barcellona nel 1992 a 16 anni, battendo la Graf in finale. O la Hingis vincere i primi Slam alla stessa età (4 dei cinque totali vinti da minorenne) e diventare la più giovane numero 1 della storia. O la stella Seles e i suoi numerosi Slam vinti in tenera età. Per i meno datati, la clamorosa ascesa di Maria Sharapova in quel di Wimbledon nel 2004, ad appena 17 anni, capace di battere in finale, nel tempio del tennis, Serena Williams.

Non capitava dal 1996 che una tennista così giovane vincesse un match allo Us Open: era la Kournikova. Per trovare un’altra americana tanto precoce si risale invece al 1986, con Mary Joe Fernandez.

Accorrono le telecamere, i giornalisti scalpitano. Tutti vogliono godere della nuova sensazione, sponsorizzata Nike da anni. Lei, disinvolta e inconsapevole, risponde.

Una tennista così giovane nei tornei dello Slam non si vedeva da nove anni, quando la Cornet entrò nel tabellone del Roland Garros. E superò il primo turno, anche lei a 15 anni e quattro mesi.  La Vaidisova, ad appena 15 anni, arrivò al terzo turno dell’Australian Open. Jelena Dokic a 15 anni arrivò al terzo turno all’Australian Open, a 16 ai quarti a Wimbledon (dopo aver battuto la numero 1 del mondo, Martina Hingis, e la 7 Pierce). A 16 la Paszek si spinse sino agli ottavi a Wimbledon, battendo tra le altre la Dementieva, e agli Us Open.

Senza considerare, appunto, la sopracitata Kournikova. A 15 anni arrivò al terzo turno del Roland Garros (fermata solo dalla Hingis) e addirittura agli ottavi allo Us Open (semaforo rosso dalla Graf, numero 1 del mondo), a 16 anni compiuti da pochi giorni in semifinale a Wimbledon (chi non ricorda quella meravigliosa cavalcata?). Ma la Kournikova non vinse mai un torneo Wta.

Insomma, sperare è lecito, esaltarsi sacrosanto ma la precocità non è garanzia di successo. Nell’attesa che la Wta adotti strategie meno restrittive per le baby campionesse in erba, non possiamo che sperare in una conferma della Bellis. Perché i baby prodigi sono un fenomeno di costume dal gran fascino. E perché tutti parlano di una cosa tanto facilmente quanto se ne dimenticano. Zverev docet.

E allora, Bellis, facci sognare.

Yuri Benaglio

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