Stefanos Tsitsipas, dal Bonfiglio con furore

Ateniese, non ancora maggiorenne, ma incanta già con il suo gioco potente ed elegante. Ieri pomeriggio si è imposto sullo statunitense Ulises Blanch ed ha portato a casa – a sua detta – il più importante successo della sua carriera fino ad ora.

UN PICCOLO FEDERER – Salta subito agli occhi quel gioco antico, meticoloso, quasi come se cercasse la perfezione ad ogni colpo: rovescio ad una mano e classe da vendere, non a caso il suo idolo è Roger Federer, uno che ha fatto dell’eleganza un’arma per diventare il più forte di sempre. Dal punto di vista tecnico, ricorda molto Dominic Thiem, altro grande prospetto in ottica futura, soprattutto per quanto riguarda il servizio e il rovescio. Tsitsipas stesso ha affermato, però, che deve migliorare in questi due fondamentali, dal momento che si sente lievemente insicuro su entrambi.

NATO CON LA RACCHETTA IN MANO – Allenato da papà Apostolos, è cresciuto a pane e tennis. Entrambi i genitori hanno giocato a tennis, la mamma Julia Salnikova è stata numero 1 russa attorno ai 16-17 anni ed ha raggiunto una posizione vicinissima alla numero 100 del mondo. Il piccolo Stefanos Tsitsipas ha iniziato a tirare le prime palline con la racchetta a soli tre anni ed è stato instradato a questo sport senza che nessuno glielo chiedesse, ma evidentemente, pare che gli piaccia e che sia anche molto bravo. Nel tempo libero adora cimentarsi nel ping pong e con i videogames ed è anche un cinefilo convinto.

L’ITALIA NEL DESTINO – In questa stagione aveva incantato già all’Orange Bowl Tennis Championship in Florida, uno dei più importanti tornei a livello giovanile assieme al Trofeo Bonfiglio, sconfitto in finale dal serbo Kecmanovic. Tsitsipas ha collezionato due successi in stagione a livello Futures: entrambi a Santa Margherita di Pula su terra battuta, prima contro l’azzurro Erik Crepaldi e poi contro il norvegese Casper Ruud. Già nello scorso anno, però, aveva ottenuto un trionfo a livello Futures con la vittoria sul belga Alexandre Folie a Nicosia, sul cemento.

C’E’ ANCHE PERVUSHINA – Il Trofeo Bonfiglio ha visto sbocciare le sue promesse anche in campo femminile: su tutte la vincitrice russa, Olesya Pervushina, cresciuta ammirando la tenacia di Maria Sharapova e con un sogno nel cassetto, vincere tutti e quattro gli Slam. Nel suo percorso fino alla vittoria ha lasciato soltanto un set alle avversarie e ha davvero dimostrato una mentalità e una solidità fuori dal comune per essere una classe 2000.

Filippo Gallino

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