Agli Internazionali BNL d’Italia 2025, il pubblico del Foro Italico ha vissuto una giornata dai due volti per i colori italiani. Da una parte, la gioia per l’esordio vincente di Elisabetta Cocciaretto, che supera in tre set la numero 38 del mondo Elina Avanesyan. Dall’altra, l’amarezza per la clamorosa eliminazione di Lorenzo Sonego, travolto senza appello dall’argentino Roman Burruchaga.
Due partite, due storie opposte, ma entrambe emblematiche delle fragilità e delle potenzialità del tennis italiano in questo momento.
Sotto il sole della Grand Stand Arena, Elisabetta Cocciaretto ha saputo imporsi con personalità su un’avversaria ostica come Avanesyan. Dopo un primo set dominato con intelligenza tattica e solidità mentale (“ho spinto quando serviva e ho saputo aspettare il momento giusto”, aveva detto in precedenti occasioni), la marchigiana ha accusato un calo nel secondo parziale, ceduto per 4-6. Ma nel terzo è tornata padrona del campo: aggressiva, precisa e capace di neutralizzare le strategie difensive della rivale.
Il 6-1 finale certifica un successo importante, il terzo agli Internazionali nella sua carriera, che le vale il secondo turno contro la numero 2 del mondo Iga Swiatek. Un test durissimo, ma anche una grande opportunità per misurarsi con l’élite del circuito.
Fisicamente acciaccata — ha chiesto l’intervento del fisioterapista per un fastidio alla schiena — Cocciaretto non ha perso lucidità, anzi: ha sfruttato gli errori dell’avversaria per infliggere due break decisivi e chiudere il match con autorità.
Se il sorriso lo regala Cocciaretto, il colpo al cuore arriva da Lorenzo Sonego, protagonista di un esordio da incubo. Il torinese, ex semifinalista a Roma nel 2021, ha ceduto per 6-2 6-3 contro il qualificato argentino Roman Burruchaga, numero 135 del mondo. Una sconfitta netta, maturata in poco più di un’ora e mezza, con ben 37 errori non forzati e una sensazione di smarrimento costante.
Fin dalle prime battute Sonego è apparso nervoso, privo di lucidità e incapace di trovare ritmo. Il primo set è stato un assolo dell’argentino, che ha sfruttato ogni crepa mentale e tecnica del piemontese. Il secondo parziale ha illuso con qualche segnale di risveglio, ma il copione non è cambiato: “la sua palla non faceva male, il suo tennis non è mai davvero entrato in partita”, si è scritto.
Per Burruchaga, figlio del celebre Jorge campione del mondo nel 1986 con l’Argentina di Maradona, si tratta della prima vittoria in un Masters 1000. Un traguardo storico per il giovane sudamericano, che al secondo turno affronterà Karen Khachanov, in un test che dirà molto sulle sue ambizioni.
Per Sonego, invece, è tempo di riflessioni profonde. La sconfitta non è solo tecnica, ma anche psicologica. Il prossimo impegno sarà il Piemonte Open, a Torino: un ritorno “a casa” che potrebbe aiutarlo a ritrovare serenità, motivazioni e — si spera — il tennis smarrito.
Tra conferme e crolli, l’Italia cerca risposte
La prima giornata romana ha offerto uno spaccato eloquente sullo stato di salute del tennis italiano. Cocciaretto dimostra di poter essere competitiva anche con le big, con grinta e maturità. Sonego, al contrario, sembra in crisi profonda. Ora lo attende una risalita che passa prima di tutto dalla testa.
Nel frattempo, il pubblico del Foro Italico si prepara a vivere altri incroci elettrizzanti: occhi puntati sul duello Cocciaretto–Swiatek, un banco di prova che vale ben più di un secondo turno.
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