Roma: dove il mondo ebbe inizio…al Foro!

Roma, capitale italiana e simbolo della nostra nazione, rappresenta tutti i lati positivi e negativi del Bel Paese: cultura, storia, degrado e delusioni. Noi italiani conosciamo i suoi pregi e difetti, ma i turisti che arrivano ogni anno riescono a vedere solo i lati positivi della nostra nazione e della nostra Roma. Ma come dargli torto? Arrivi all’aeroporto e tempo di entrare in città vedi comparire davanti a te monumenti immensi e strepitosi che ti lasciano senza fiato.

Immerso nello splendore romano c’è il Foro italico, tralasciamo l’Olimpico e gli altri stadi, concentriamoci sul cuore pulsante di noi amanti del tennis in Italia. Ogni anno tra i tanti campi e stadi da tennis si affrontano i più grandi campioni del nostro sport, promesse azzurre in cerca della ribalta, giocatori alla ricerca di buone sensazioni ed amanti del clima romano, come Bethanie Mattek-Sands che ha mangiato di tutto ed è andata in giro per la splendida Roma fino a tarda sera il giorno prima dell’inizio del torneo.

 

Gli Internazionali Bnl d’Italia sono il simbolo della nostra nazione a livello tennistico e non solo. Il tabellone principale inizia sempre la domenica con i primi incontri. Non è neanche iniziata la settimana vera del Foro che già ci sono tennisti provenienti da ogni parte del mondo che lottano, sudano, urlano e si incoraggiano. Impossibile non rimanere stupiti di fronte a tale competitività ed amore per il proprio lavoro. Dal lunedì inizia a farsi tutto più serio, partite tirate ed i primi italiani scendono in campo alla ricerca della ribalta e con un obiettivo in mente: arrivare a giovedì per avere il sostegno del proprio pubblico. Il pubblico romano, che meraviglia, veder sventolare le bandiere, sentire i “forza” urlati a pieni polmoni verso i propri connazionali, applausi, urla di dispiacere ad ogni colpo sul nastro, i “Forza Lore, è cotto” riferiti a Sonego nella semifinale contro Djokovic. Il calore di questo pubblico, che non è stato presente al 25% ma al 225%, riuscendo a riempire gli impianti di calore ed energia per i propri beniamini.

Non tutti hanno superato i giorni senza pubblico, anzi, solo Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego ci sono riusciti. Le ragazze hanno venduto cara la pelle, Camila Giorgi ha giocato 4h il lunedì in sessione serale, tirando vincenti a tutto spiano, lottando, ansimando ad ogni punto vinto o perso e lanciando occhiate sfuggenti ma velenose alla giudice di sedia per alcune sue scelte discutibili. Martina Trevisan è stata in campo quasi tre ore il martedì mattina, vincendo il primo set senza concedere neanche la possibilità di vedere la palla alla propria avversaria, ma dopo, la paura di vincere a Roma, in questo scenario unico per gli italiani, ha fatto resuscitare dall’Inferno la sua avversaria. Non è bastato lottare con le unghie e con i denti. Elisabetta Cocciaretto ha ceduto dopo un primo set perso in più di un’ora di gioco. Roma è anche questo, cocenti delusi e rimpianti, tristezza per la perdita di un’occasione o per non essere riusciti a dare il massimo. Tutto ciò si tramuta in voglia di fuggire dopo che miliardi di pensieri cocenti mettono la tua mente in subbuglio.

Matteo Berrettini ha pagato la stanchezza fisica dopo la settimana da urlo madrilena e non è riuscito ad essere lucido contro il greco Tsitsipas nei momenti più importanti. Ma, la personificazione di lotta, coraggio, energia risucchiata al pubblico, intelligenza tattica e talento è Lorenzo Sonego. Abbiamo tutti urlato, gioito, tirato pugni contro le nostre povere gambe ad ogni occasione sfuggita di un soffio. Ma, siamo tutti saltati in piedi dopo la vittoria con Thiem annullando un match point, quando in quel momento molti tifosi azzurri abbiamo avuto lo stesso pensiero in mente: “Ecco l’ultimo punto di un azzurro al Foro per quest’anno”. No, cari miei, Lorenzo ci ha regalato altri sei set, giocati con un ardore pazzesco, trascinato ad ogni punto dal caldo pubblico italiano, pronto a tirare con tutte le sue forze l’ultimo baluardo italico in gara sui nostri amati campi da terra rossa.

Con la finale Djokovic-Nadal si è conclusa l’ennesima edizione intensa degli Internazionali. Ogni volta che arriva il mese di maggio non aspetti altro che vedere i tuoi connazionali calcare le porte dello stadio “Nicola Pietrangeli” o del “Centrale”. Non vedi l’ora di seguire tutti i nostri ragazzi, urlare, gioire e soffrire insieme a loro, quasi come se fossimo al loro fianco in campo. Poi, di colpo, si è subito a domenica. Tutto volge al termine, il torneo sta per chiudere i battenti e quel sentimento di vuoto si fa sentire. È più forte di noi, questo non è un torneo ma un sentimento. Il nostro, che ogni domenica sembra sfuggirci irrimediabilmente dalle mani. Siamo convinti che l’edizione successiva non arriverà mai ma poi, di colpo, è già arrivata e puntualmente finisce di nuovo. Non abbiamo ancora imparato come reagire. Però, ancora una volta, con i suoi pregi e difetti, ci tocca dire “Grazie Roma, per averci fatto sognare di nuovo”.

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