Alexander Zverev torna al Foro Italico con l’obiettivo di difendere il titolo conquistato lo scorso anno, ma soprattutto per ritrovare se stesso. Il numero 2 del mondo, in una serie di dichiarazioni lucide e autocritiche, ha raccontato il difficile percorso vissuto negli ultimi mesi, fatto di risultati altalenanti e affaticamento mentale. Roma rappresenta per lui non solo una tappa fondamentale in vista del Roland Garros, ma anche l’occasione per voltare pagina.
Un rientro atteso: “Mi piace molto questo posto”
Zverev ha esordito a Roma parlando con affetto del torneo: “È sempre bello tornare sapendo di aver vinto un torneo. Mi sento fiducioso. Mi piace molto questo posto, quindi spero di riuscire a giocare bene come l’anno scorso e vincere tante partite”. Le sue parole riflettono il desiderio di lasciarsi alle spalle una fase negativa e di ricominciare da uno dei luoghi che più gli hanno regalato soddisfazioni.
Stanchezza mentale e l’errore post-Australia
Negli ultimi tre mesi, il rendimento del tedesco è stato ben lontano dalle aspettative. Nonostante la recente vittoria a Monaco di Baviera, Zverev ha ammesso che il suo livello di gioco era calato drasticamente, in particolare dopo l’Australian Open. “Non essermi preso una pausa dopo l’Australia è stato uno dei motivi principali. Mi sono un po’ bruciato mentalmente. Il tennis è uno sport duro. Giochiamo tanto, viaggiamo molto. E io avevo bisogno di riposare”, ha confessato. Il tedesco ha sottolineato l’importanza di recuperare sia fisicamente che mentalmente per competere ad alti livelli.
La sfida con Cerúndolo e il valore degli incastri
Uno dei momenti più difficili della stagione recente è stata l’eliminazione agli ottavi del torneo di Madrid, per mano dell’argentino Francisco Cerúndolo. Un avversario che per Zverev rappresenta una vera nemesi tennistica: “Odio giocare contro di lui, per essere onesto. Penso che, a parte i top player come Jannik e Carlos, lui sia il più difficile da affrontare per me. Non ho ancora capito come batterlo”. Il numero 2 del ranking ha poi spiegato come il tennis, sport di incastri e stili, renda inevitabili match imprevedibili anche per i più forti: “Ci sono top 10 contro cui mi sento a mio agio, e altri fuori dai primi dieci che mi mettono in seria difficoltà. È per questo che il tennis è così interessante”.
Il tema caldo dell’elettronica e la delusione di Madrid
Zverev non ha risparmiato critiche al sistema elettronico di chiamata delle linee, messo sotto accusa per gli errori durante il torneo madrileno. “A Madrid il sistema non ha funzionato bene. Personalmente credo sia stato un problema specifico di quel torneo. A Monte Carlo e a Monaco ha funzionato meglio degli esseri umani”. Il tedesco ha anche proposto più flessibilità nelle decisioni arbitrali quando gli errori sono evidenti: “Se parliamo di millimetri no, ma se si tratta di 3, 4, 5 centimetri, allora forse sì, l’arbitro dovrebbe poter intervenire”.
Pressioni da ranking e sogno numero 1
Con l’obbligo di difendere i 1000 punti conquistati a Roma nel 2024, Zverev affronta anche la pressione del ranking. Ma guarda al futuro con determinazione: “Numero 1 del mondo? Sarebbe bello. Credo che ci arriverò”. E non manca una frecciatina ai media: “Dopo due mesi negativi sembrava fossi il peggior numero 2 della storia. Ma io sono lì grazie ai risultati. Il sistema non mente. Ho vinto tornei, ho fatto punti”. Il tedesco resta convinto che nei momenti chiave emergeranno i migliori: “Alla fine, nei grandi match, nei momenti importanti, credo ancora che i migliori verranno fuori. E io ritroverò il mio miglior tennis”.
Zverev, il riscatto passa da Roma
In una stagione iniziata con il piede sbagliato, Alexander Zverev prova a cambiare rotta partendo dal torneo che più gli ha sorriso lo scorso anno. Con una rinnovata consapevolezza dei propri limiti e delle sfide da affrontare, il tedesco si presenta a Roma determinato a difendere il titolo, ma soprattutto a ritrovare il proprio miglior tennis. Il campo, come sempre, darà le risposte.