Alessandro Nizegorodcew: “Atp Finals? Novak Djokovic lo vedo vincitore al 75-80%.”

Questo il pronostico che il noto commentatore di Supertennis ci rivela in merito al torneo conclusivo dell’anno.

Alessandro ci dispensa molti consigli su come percorrere la strada per diventare giornalista tennistico di grande livello. Ci siamo intrattenuti con il Nize, come lo chiamano in tanti, su svariati argomenti inerenti il mondo del nostro sport.

Come hai scoperto il tennis?

Mia nonna ebbe l’idea di farvi provare il tennis nel lontano 1989 quando, allo stabilimento Il Tirreno di Fregene, mi appassionai a questo meraviglioso sport. Ho poi giocato a livello agonistico dai 10 ai 15 anni al Circolo della Corte dei Conti di Roma, prima che un grave infortunio al ginocchio bloccasse la mia carriera… che comunque non mi avrebbe portato da nessuna parte! Oggi gioco ancora, quando possibile e quando il ginocchio regge. Subito dopo aver iniziato a giocare a tennis ho anche cominciato a seguirlo e ricordo ancora quando la mattina correvo, sempre a Fregene, a leggere i giornali per trovare i trafiletti sul tennis e scoprire i risultati dei vari Caratti e Pescosolido in giro per i tornei nordamericani. Il mio primo idolo è stato Muster, protagonista del mio primo match dal vivo al Foro Italico, mentre tra gli italiani il primo amore è stato per Andrea Gaudenzi, di cui possedevo tutti i completi dell’epoca. Tra i campioni tifavo Sampras.

Quando hai capito potesse diventare un lavoro?

Il mio sogno da bambino era quello di diventare un telecronista di calcio. Con il passare degli anni, però, ho scoperto la radio e la radiocronaca calcistica, che è stata un vero e proprio amore a prima vista. Nel frattempo ho iniziato a pensare a una trasmissione radiofonica sul tennis e sono riuscito, nel 2009, a realizzare il mio sogno: la prima trasmissione radiofonica interamente dedicata al mondo del tennis in Italia. Il nome era Spazio Tennis, nome del mio sito nato invece nel giugno 2007. Ho sempre pensato che lo sport sarebbe stato in qualche modo il mio lavoro. Oggi, grazie a Sportface, tutti gli sport sono il mio lavoro…

Dove è cominciata la Tua carriera di commentatore?

Ho svolto alcuni stage tra Radio Rai e Rtl 102.5, ma il primo lavoro vero è stato a Nuova Spazio Radio, che dal 2006 al 2013 mi ha permesso di realizzare più di 500 radiocronache integrali di calcio. Nel tennis ho iniziato come detto con Spazio Tennis nel 2009, mentre le prime telecronache su Supertennis risalgono al marzo 2013. Per la precisione con il torneo di Charleston. Fu un battesimo del fuoco per mille motivi: commentai la finale tra Serena Williams, la più forte giocatrice di tutti i tempi, contro Jelena Jankovic, mi ritrovai a dover tradurre le parole di Serena in un ‘americano’ poco comprensibile e soprattutto nei primi minuti il mio microfono non funzionava. La povera Silvia Farina ha parlato da sola per 3 minuti interi… Ad oggi ho superato le 1200 telecronache e ne sono davvero fiero. E’ un lavoro molto molto faticoso, con orari assurdi, ma è il lavoro più bello del mondo.

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Volendo diventare un giornalista di tennis quali sono i tuoi consigli?

La passione è fondamentale, perché il mondo del giornalismo, in generale, è al giorno d’oggi molto complicato. Chiunque apra un blog si sente un giornalista, ma non funziona così. Bisogna studiare, leggere tantissimo (leggere i migliori e leggere tanti, tantissimi libri), seguire le orme dei più bravi (non ho idea di quante telecronache di Tommasi e Clerici io abbia ascoltato, o delle cronache di Riccardo Cucchi su Radio Rai e tanti tanti altri) e avere voglia, passione ma anche la giusta pazienza. Ormai bisogna saper fare tutto per diventare un bravo giornalista. Saper scrivere è importante ma non basta. Bisogna saper impaginare, saper fare delle riprese video, montare servizi, saper fare radio, tv; si deve essere in grado di cambiare stile in base alle esigenze: scrivere per un quotidiano, per un’agenzia, per un sito internet o per un servizio tv è, a seconda dei casi, un mondo a parte. Studiare, provare, non buttarsi giù, ma essere consapevoli che c’è sempre da imparare. E poi ci vuole anche un po’ di fortuna, quella serve sempre.

Parliamo di tennis giocato: Fab Four, credi ad un ritorno di Murray?

Credo a un ritorno di Andy Murray ad alti livelli. Ma i Fab Four non sono mai esistiti a mio avviso. Si è sempre trattato di Fab 3, con alcune incursioni ben fatte di Wawrinka e Murray. Oltre a credere nel suo ritorno, spero davvero che possa avvenire.

Atp Finals, chi vedi tra i vincitori?

Novak Djokovic lo vedo vincitore al 75-80%.

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Next Gen Finals, ti piacciono le regole?

Le regole Next Gen sono divertenti. Alcune secondo me potrebbero pian piano essere introdotte. Intanto lo shot clock è stato da esempio e spero presto venga ridotto ulteriormente il tempo per il riscaldamento. La bellezza delle regole Next Gen (tranne quello del nastro, che trovo poco utile e anzi dannosa) è che ogni punto diventa fondamentale. C’è sempre tensione massima perché anche sul 40-0 non ci si può rilassare e, allo stesso tempo, sullo 0-15 arriva già l’ansia del possibile break. Non so quanto siano esportabili nel tennis ‘vero’, ma sicuramente creano molto spettacolo. Lo scorso la manifestazione delle Atp Next Gen Finals è stato davvero divertente e quest’anno il livello sarà davvero altissimo. Diciamo che tra le regole più ‘forti’, concettualmente mi piace di più il set a 4 rispetto al ‘no ad’, ma, ripeto, è davvero divertente.

Tempo fa volevano togliere la seconda di servizio, che ne pensi?

Non ha senso a mio avviso. Si andrebbe realmente a stravolgere il gioco, la tattica, tutto.

Tra le donne non c’è’ una vera leader. Perché secondo Te?

Credo che tra le donne esista una sorta di top-10 allargata. Mi spiego: non esiste un livello altissimo che vada a schiacciare tutte le altre (stile Graf, Seles, ecc), ma penso anche che il livello medio-alto si sia alzato molto. In ogni torneo ci sono quelle 25-30 giocatrici (non di più) che possono vincere sempre. Se ci fate caso, è vero che manca l’altissimo livello che possa dominare, ma tutti i tornei di grande livello vengono vinti dalle top-30 o dalle giovanissime in ascesa che rimarranno poi in top-30 a lungo. Una top-10 che è si è allargata e allungata sino alla numero 30. A me sinceramente piace molto commentare il circuito Wta, perché ogni settimana propone tante sfide di grande interesse e qualità alta. Non c’è più una dominatrice? Ce ne faremo una ragione. Penso potrà accadere anche nel maschile tra qualche anno, quando smetteranno i mostri sacri.

Nuovo format in Coppa Davis, cosa ne pensi?

Amo la Coppa Davis. L’ho amata tantissimo. Mi sono emozionato da tifoso e poi da commentatore. Non avrei cambiato questa manifestazione. Allo stesso credo che, seppur sia impossibile chiamarla Coppa Davis, questo nuovo evento potrà essere altamente spettacolare e carico di pathos. Il dispiacere per la scomparsa della vecchia Davis è comunque tanto.

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