Luca Fiorino si racconta tra tennis, sushi e Marius Copil

Per chi ancora non lo conoscesse, Luca Fiorino è un giornalista e commentatore di SuperTennisTv, molto stimato tra gli appassionati che lo seguono costantemente sui suoi canali social,o abbiamo raggiunto via mail per una piacevole chiacchierata.
Ciao Luca come sei arrivato a questo traguardo?Hai sempre avuto la passione per il giornalismo tennistico?
“È iniziato tutto un po’ per caso in un momento della vita nel quale mi sentivo un po’ disorientato e poco appagato da quel che stavo facendo. Stavo completando i miei studi all’università ma percepivo che mancava qualcosa che tenesse alte le mie motivazioni. L’occasione propizia è sorta nel 2014: Alessandro Nizegorodcew scrisse un post su Facebook in cui cercava collaboratori per Spazio Tennis. È nato tutto per svago, in quanto in quel periodo volevo semplicemente distogliere la mia mente dalla routine universitaria. Da un semplice gioco la questione si è fatta più seria; ho iniziato con i primi articoli di mera cronaca e le prime interviste per poi, a partire dal 2015, cominciare ad aiutare “Nize” con la “Voce delle Regioni” su SuperTennis TV. Nel novembre del 2016, a seguito dell’acquisizione di nuovi diritti televisivi per la stagione successiva, sono stato contattato per una registrazione di prova: commentai la sfida tra Del Potro – Cilic di Coppa Davis, passai il provino e iniziai ufficialmente due mesi dopo. Ho una passione sfrenata per il tennis sin da quando ero piccolino. L’amore per questo sport è sbocciato al Roland Garros del 1997, occasione nella quale Guga Kuerten vinse in finale contro Bruguera. Sebbene andassi ancora a scuola e non ci fosse ancora internet sui cellulari, ricordo che alle medie esasperavo mia madre chiedendole di mandarmi gli sms con i risultati di Safin, l’unico tennista per cui abbia mai fatto il tifo. Pur di godermi dal vivo le dirette in televisione dei suoi match, ho fatto tante assenze “ingiustificate”.”
Luca Fiorino in cabina di commento
Da quanti anni operi nel settore?
Oramai sono più di sei anni che lavoro nel settore. Ho scritto fino ad oggi su diverse testate di svariati sport, per poi via via specializzarmi col tennis. Oggi sono telecronista su SuperTennis TV ed Eleven Sports (racconto i match casalinghi della Viterbese in Serie C), collaboro per il sito della FIT e di tanto in tanto, quando ne hanno bisogno, sono felice di aiutare i ragazzi di Sportface.”
Sui social sei molto attivo e, a differenza di molti tuoi colleghi, sei molto disponibile al confronto e allo scambio di opinioni con gli appassionati.Immagino che per te il contatto social sia molto importante,giusto?
Trovo che lo scambio di opinioni renda il mondo social molto più accogliente e vivibile. La condivisione è alla base di tutto: grazie a tanti appassionati, ho spesso modo di raccogliere impressioni, confrontarmi e partorire idee e spunti per i miei lavori. Non nego che alcune discussioni prendano delle volte una brutta piega, ma il dialogo è essenziale per imparare, crescere e migliorarsi. Mi piace essere disponibile con tutti, costruire un filo diretto tra me e chi segue il tennis. Fondamentalmente, come gran parte di loro, sono in primis un appassionato. Anche per questo motivo mi piace interagire e tenere informata la gente, perché immagino possa esser cosa gradita. I social, tanto denigrati, ogni tanto possono invece rappresentare uno strumento d’informazione e di confronto prezioso.”
Durante questa quarantena hai intervistato parecchi giocatori e giocatrici, facendo partcipare anche gli appassionati,creando un podcast con Nize che ha avuto grande successo. So che bolle in pentola qualcosa, puoi darci qualche anticipazione?
In realtà l’idea di un podcast interamente dedicato ai giocatori, agli ex giocatori e ai coach durante la pandemia è tutta mia. Con Alessandro, che sulla pagina Facebook di Sportface ha realizzato un sacco di interviste video e dirette, condivido solo l’immagine di copertina e la prima puntata della serie iniziata il 23 marzo. In questo periodo indefinito senza tennis giocato, ho ritenuto opportuno dar voce alle loro opinioni e ai racconti delle loro vite per rendere più gradevoli questi giorni d’astinenza. L’esperimento, nato anche dalla mia sconfinata curiosità per il mondo della radio, credo sia tutto sommato riuscito. Gli appassionati hanno scoperto alcuni lati delle loro personalità più nascoste e sono venuti a conoscenza di storie interessanti e aneddoti inediti. Ad oggi sono stati registrati ben 50 episodi dello speciale “Tennis ai tempi del Coronavirus” e mi ritengo più che soddisfatto. Posso anticiparvi che in futuro continueranno ad esserci interviste e nuove rubriche stimolanti con vari addetti ai lavori e giornalisti del settore.”
Rimanendo in tema Covid secondo te ci sarà la possibilità di veder tennis giocato? Ho visto le esibizioni in America e trovo davvero difficoltoso organizzare un torneo in quelle condizioni, vediamo ora la liga che ha messo in piedi Djokovic assieme a Tipsarevic.
Per natura sono un inguaribile ottimista. Francamente non credo che la stagione 2020 sia già ai titoli di coda, sia per mie sensazioni che per ciò che mi viene comunicato dagli atleti. A detta di molti giocatori, infatti, sembra che settembre possa essere il mese della ripresa. La situazione sta migliorando anche se globalmente ci sono ancora delle difficoltà, specialmente in America Latina. Il problema principale risiede più negli spostamenti dei tennisti più che nell’essenza del gioco in sé per sé. Con i dovuti accorgimenti e le necessarie precauzioni, anche a costo di giocare a porte chiuse, penso che qualche torneo verrà disputato. A metà giugno sarà rischedulato il calendario e ci sarà un restyling non da poco per cercare di piazzare i tornei di maggior spessore soppressi nei mesi scorsi nella parte finale di stagione. Sono fiducioso.”
So che hai un amore smodato per Copil, quando nasce questa passione? com’è stato, emotivamente parlando, intevistarlo durante la quarantena?
Ho da sempre una naturale predilezione per i giocatori estrosi e dal gioco brillante e vario, a maggior ragione se si tratta di tennisti non propriamente quotati. Marius Copil è uno di questi, uno di quei tennisti non così reclamizzati in grado di divertire e far appassionare anche i neofiti. Durante la quarantena ho avuto la possibilità di intervistarlo e di conoscere anche il lato umano: si è dimostrata una persona umile e disponibile.
A quante telecronache hai partecipato più o meno?Ricordi la prima?
Ho un mio archivio personale nel quale mi annoto tutte le telecronache e il numero di partite da me commentate. Al momento ne ho raccontate 963, mi sono fermato col torneo di Lione. La mia primissima partita risale al 03 gennaio 2017: Konta-Buyukakcay del torneo di Shenzhen.”
Tu e Nize organizzate corsi per diventare cronista sportivo. in cosa consistono?
Si tratta di un’infarinatura di giornalismo tennistico (scritto e televisivo) nel quale proviamo a dare qualche regola base e vari trucchi del mestiere. Solitamente i corsi si sviluppano su due giorni nei quali trattiamo gli argomenti suddetti e ci dedichiamo alle simulazioni di conferenze stampa e di telecronache. Spieghiamo come si prepara un match, dove e come reperire le info, in che modo gestire gli imprevisti e quali tecniche utilizzare per modulare la voce e tenere uno scout (ovvero il punteggio). Sono info utili per chi è interessato a capire cose c’è dietro al mondo delle telecronache e del giornalismo a tutto tondo.”
Hai un giornalista sportivo a cui ti ispiri?
Adoravo alla follia Tommasi e Clerici per il loro modo di intrattenere la gente con assoluta competenza, leggerezza e quel velo immancabile di simpatia e autoironia. Premesso questo, ritengo sia fuori luogo oggi provare ad emularli. Assieme costituivano una coppia unica e inimitabile che si completava magnificamente. Non c’è nulla di male nel riconoscerlo, no? Personalmente ho sempre ascoltato tutti i telecronisti con estrema attenzione, provando a trarre insegnamenti da chiunque si cimentasse nel racconto di una partita di tennis. È sempre meglio portare in cabina se stessi piuttosto che replicare una copia sbiadita di qualcun altro. Ancora oggi mi ascolto quando posso per migliorarmi e sento anche gli altri, perché non si smette mai di imparare. La presunzione di esser migliori degli altri è il primo passo verso la stagnazione della propria crescita professionale.”
Giochi a tennis o lo commenti solamente? Se si livello?
A tennis ci gioco poco e male. Me la cavo molto meglio a ping pong, anche perché da piccolo ci giocavo quasi “seriamente”. Alla luce di tutto ciò, il tennis preferisco vederlo, commentarlo e analizzarlo in tutte le sue sfaccettature.”
Qual è la partita più bella che hai commentato o quella a cui sei particolarmente legato?Quella che ti ha fatto soffrire di più (ritardi,pioggia,guasti elettrici)? Quella che non hai commentato e avresti voluto?
Non sono legato a una partita in particolare, ma posso dire che più i nomi sono meno altisonanti e più mi diverto nel cercare di accalappiare l’attenzione degli utenti. Se proprio devo sbilanciarmi direi Copil-Murray giocata a Washington e terminata alle 08:00 del mattino italiane anche se il ricordo più bello è la sfida di ATP Cup tra Italia e Russia di quest’anno. Non avevo mai commentato la nazionale e anche se non si trattava di Coppa Davis, ero comunque al settimo cielo. Ho sofferto tanto lo scorso anno ad Auckland, quando per colpa della pioggia sono rimasto in cabina di commento dalle 18:30 alle 06:00 del mattino seguente senza commentare un solo punto. Non c’è una partita in particolare che avrei voluto commentare e che non abbia raccontato, mi limito a fare ciò che mi viene assegnato senza preferenze particolari. Non mi nascondo però e ammetto che in futuro mi piacerebbe commentare la vittoria di Coppa Davis dell’Italia. È il mio sogno da telecronista sportivo.”
Si parla molto del fondo tennisti con diversi atleti contrari, la tua opinione?
”Da una parte capisco chi è contrario, d’altronde per arrivare a certi livelli molti di loro hanno dovuto fare sacrifici e rinunce non da poco. Dall’altra bisognerebbe anche considerare che si tratta di una situazione inedita di assoluta emergenza. Immedesimarsi in chi sta affrontando queste difficoltà economiche agevolerebbe a mio modo di vedere le cose e aiuterebbe magari a partorire una risposta. Penso sia molto soggettivo, premesso questo non mi permetterei mai di giudicare nessuno; tanto di cappello a chi vuole dare una mano, ma rispetto anche per chi preferisce procedere in maniera differente. Per quel che conta la mia opinione, in un momento così complesso un po’ di solidarietà, umanità e sana collaborazione – a seconda delle proprie possibilità – non guasterebbe affatto. Non tutti siamo uguali. ”
Luca Fiorino e Alessandro Nizegorodcew

 

Ultima domanda che tutti vogliono sapere. Chi mangia più sushi tu o Nize?
“Negli H2H siamo in perfetta parità. Nelle nostre sfide spesso terminiamo in lotta al tie break del quinto set, a suon di nigiri, temaki e sashimi spazzolati in men che non si dica. Scherzi a parte, sono felice di poter condividere buona parte delle mie giornate lavorative e non solo con lui. È un grande amico oltre che esser un grande professionista, ed è stato il primo a credere in me e a darmi la prima concreta possibilità in questo mondo. Lo aspetto presto al lavoro per nuove fantastiche abbuffate e magiche gufate reciproche.”
A nome mio e della redazione grazie mille per la disponibilità sperando ci sia il prima possibile l’occasione per poter ripetere questa conversazione di persona, magari davanti ad una porzione di sushi.
Exit mobile version