Le magnifiche otto: Agnieszka Radwanska

Metà 2015 da incubo, poi la svolta: sicurezza tattica ritrovata, semifinale a Wimbledon e due titoli in Asia; Aga non sarà la favorita in quest’edizione delle WTA Finals di Singapore, ma, di certo, aumenterà notevolmente il tasso tecnico dell’evento. Girone di ferro per lei: Sharapova, Halep e Pennetta nel Red Group.

Sembrava un incubo all’inizio dell’anno: già a fine 2014 si erano visti i postumi di infortuni misti a stanchezza di un anno stancante con un solo titolo vinto, ma che le è valso comunque la qualificazione alle Finals, nelle quali ha ottenuto un ottimo risultato avanzando alle semifinali, arrendendosi solo ad una Simona Halep straripante.

Nel 2015, invece, la striscia negativa non sembrava volersi fermare, perchè, a cominciare da Sydney le prestazioni di Aga sono state a dir poco deludenti: non oltre il quarto turno agli Australian Open, out al secondo turno a Dubai, sconfitta da Flavia Pennetta a Doha e poi l’uscita prematura ad Indian Wells, torneo che le è costato parecchi punti dal momento che nell’edizione 2014 aveva raggiunto la finale. E poi ancora: fuori agli ottavi a Miami e persino in casa sua, a Katowice, esce di scena in semifinale contro la nostra Camila Giorgi; sulla terra europea non cambia la situazione: out subito a Stoccarda contro Sara Errani, agli ottavi a Madrid e addirittura un’impietosa sconfitta al primo turno al Roland Garros contro la Beck.

Agnieszka-Radwanska

Aga non c’era più: molti si sono interrogati su dove fosse finita quella splendida giocatrice che della difesa a tutto campo faceva un’arte. Dov’era finita “Aga la maga”, colei che incantava con i suoi colpi leggeri ma potenti, con le sue splendide discese a rete e la sua velocità di gambe? Ormai il suo gioco ha stufato, è diventata prevedibile, dicevano. Il divorzio con la Navratilova l’ha confusa, dicevano. E invece, puntualmente, ecco l’erba che ti cambia la stagione: si presenta a Nottingham da testa di serie numero uno e arriva fino in semifinale, prima di raggiungere la finale la settimana dopo ad Eastbourne, perdendo da una Bencic che nei mesi di giugno e luglio sembrava imbattibile.

Ma veniamo al clou della stagione, al torneo che ha dato la definitiva scossa al 2015 di Radwanska: Wimbledon. A Londra la polacca entra in tabellone da testa di serie numero uno e batte in sequenza, perdendo solo un set, Hradecka, Tomlijanovic, Dellacqua, Jankovic e Keys, prima di cadere sotto i colpi della Muguruza in semifinale: è il primo grande risultato in un trofeo importante per Agnieszka Radwanska, che esce da Wimbledon con molta più sicurezza.

E poi ecco riemergere i fantasmi di inizio stagione: sul cemento americano non incanta ed esce prematuramente a Stanford, Toronto, Cincinnati, New Haven e anche US Open. In Asia, la musica cambia: a Tokyo da non favorita stravince il torneo, (primo titolo dell’anno) dominando la Bencic in finale e scrollandosi di dosso un po’ di insicurezze: il posto numero 7 del ranking è di nuovo tutto suo.

Dopo una brutta prestazione a Wuhan contro Venus Williams, grazie alla quale esce al primo turno, a Pechino torna di nuovo la Radwanska che conosciamo, ma si arrende in semifinale, ancora una volta contro la sua bestia nera del 2015: Garbine Muguruza. Sempre in Cina, a Tianjin (6-1 6-2 alla Kovinic) arriva anche il secondo titolo della stagione, che sancisce la sua definitiva qualificazione alle WTA Finals di Singapore, torneo che le ha sempre regalato emozioni particolari.

Già, perchè Radwanska ha una buonissima tradizione alle Finals: per lei si tratta della settima partecipazione al torneo che vede protagoniste le migliori otto giocatrici del mondo, due volte è arrivata in semifinale negli ultimi quattro anni, chissà che quest’anno non si ripeta o che, addirittura, non stupisca tutti con un risultato sorprendente.

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