Berrettini: “Sono rimasto impressionato dalla risposta di Djokovic”

Matteo Berrettini

Appena presentatosi in conferenza stampa, il numero 8 italiano ha parlato delle sue sensazioni nell’affrontare per la prima volta Djokovic, soffermandosi sul fattore che nel match ha fatto la differenza: “Come risponde Novak è semplicemente impressionante. Mi sono sentito alcune volte come in un flipper, la palla andava veloce, cercavo di stargli dietro ma non ci riuscivo. Insieme a Rafa e Roger sono i 3 migliori della storia del tennis. Come le altre due partite con Federer e Nadal, da cui ho imparato tanto, imparerò anche da questa. Su questa superficie è stato davvero difficile gestirlo perché giocava molto veloce e molto piatto, non trovavo un modo di fargli il punto. Penso di non aver nemmeno giocato una brutta partita: o meglio, non al mio meglio, ma comunque una buona partita. Mi porto via comunque sensazioni positive”.

A proposito di Federer, gli viene chiesto se il match di oggi possa essere accostabile a quello giocato a Wimbledon: “Come sono stato in campo è diverso, dal punto di vista delle emozioni e il livello in campo. Nonostante il punteggio oggi sono rimasto bene in campo, mentre con Federer a Wimbledon ci ho davvero capito poco e non sono stato me stesso”.

Per quanto concerne invece la sensazione di giocare per la prima volta sulla O2 Arena, nonché analizzando le caratteristiche della superficie: “All’inizio ero un po’ nervoso, la prima volta qui dopo una grande annata. Nervoso comunque in una maniera positiva. Quando entro in campo sono sempre un po’ nervoso; la cosa strana anzi è quando non lo sono, perché per giocare il mio miglior tennis ho bisogno di essere nervoso. Ripeto: penso di non aver giocato nemmeno così male, lui semplicemente è impressionante”.  “Penso che sia davvero molto veloce. La palla non rimbalza tanto e schizza via, quindi è difficile per il mio gioco, specie per il mio dritto dove avrei bisogno di un po’ più di tempo per lavorare lo spin. Certo, devo essere onesto e dire che questa cosa aiuta il mio servizio. Poi con Novak non ha funzionato, ma comunque mi piacciono queste condizioni”.  “L’anno scorso sono venuto qui con l’ATP University ed era decisamente diverso. Però è bello l’effetto del buio sulle tribune e il campo molto luminoso. Ho sentito anche tanti italiani fare il tifo per me sugli spalti e mi ha fatto piacere”.

Riguardo l’esperienza acquisita: “Sono colpito dal fatto che per me le persone che sono qui, soprattutto i Top3, sono stati e sono tutt’ora degli idoli. Mi ha colpito che ho parlato con Federer e ho parlato con Rafa della mia stagione, di dove farò la preparazione, delle mie vacanze, è una cosa che mi riempie di gioia. Il pensiero di essere passato dal ragazzo che viene qui per vedere al ragazzo che viene qui per giocare e diventa quello che gli altri guarderanno mi rende fiero e orgoglioso di quello che ho fatto. E’ una cosa che mi farà crescere tanto”.

E dulcis in fundo, l’ultima domanda non poteva che riguardare quel giovanotto italiano, goloso di carote, che sta incantando il tennis italiano e mondiale: chiaramente Jannik Sinner: “Sono molto contento che il tennis italiano stia esplodendo, anche perché un pochino è anche merito mio. Jannik è straordinario. Non è tanto il fatto che abbia vinto le NextGen non è la cosa più strabiliante quest’anno, ma è la velocità con cui impara da tutte le cose che fa. Già mio fratello mi aveva parlato benissimo. Mi dicono a me che vado veloce, lui è impressionante. Gli faccio i complimenti, è impressionante come cresce e quello che sta facendo. Poi bisogna anche lasciarlo crescere con calma. Dico una cosa che adesso dovete prendere con le pinze: Sinner è appena entrato nei primi 100 e io sono 8 del mondo. Senza togliere nulla, anche perché probabilmente lui farà meglio di quello che farò io però bisogna lasciarlo tranquillo. E’ giovane e ha tantissima strada. Quando giochi questi tornei poi cambia la pressione. Magari sarà qui il prossimo anno o tra due anni. Mi auguro che voi e tutte le persone che lavorano nel tennis non gli mettano troppa pressione, perché non se la merita e merita di essere lasciato tranquillo e vivere il suo tennis in santa pace”.

di Donato Marrese

 

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