David Haggerty: “Piqué, con Kosmos, ha contribuito a realizzare qualcosa che l’ITF non ha potuto fare da sola”

Il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli e l’attesa di assistere alla prima edizione della rinnovata Coppa Davis 2019 si fa sentire nell’ambiente. David Haggerty, presidente dell’ITF, è uno dei più forti sostenitori di una proposta che mira a rivoluzionare il tennis e che è già riuscita a superare i dubbi di molti leader che non avrebbero mai osato sostenere un progetto come questo. Lo stesso Haggerty si sofferma su ciò che ha significato l’investimento del Gruppo Kosmos e riflette in un’intervista con l’agenzia EFE su quello che ci si può aspettare a lungo termine dal torneo che Gerard Piqué ha voluto così fortemente. Inoltre, non si esenta dall’esprimere un parere sull’assenza di Roger Federer dalla nuova Davis e sulle sorprese derivanti dalla speciale classifica relativa alla qualificazione di alcuni giocatori per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

 -Per quanto concerne le aspettative con il nuovo formato. “È stato un lavoro estenuante e siamo molto entusiasti. L’impatto è stato notevole sin dalle prime fasi e alla fine i migliori giocatori di ogni Paese classificato, ad eccezione di alcuni, parteciperanno al torneo. Questa è una competizione storica. Sarà fantastico concentrare il torneo in un luogo iconico, ma siamo fiduciosi che sarà un successo”, afferma l’americano. “La Coppa Davis ha il vantaggio di unire tradizione e novità. Avremo un’ottima atmosfera, perché ogni Paese porterà i suoi fan.”

 -Sull’importanza di Gerard Piqué per la realizzazione del nuovo formato. La personalizzazione del progetto in una figura mediatica come quella del calciatore è sempre stata un grattacapo per l’ ITF e Kosmos, e Haggerty si sforza di rivendicare le sue implicazioni ma di chiarire che c’è molto di più. “È un ragazzo eccezionale, è appassionato di tennis ed è stato determinante in questo cambiamento. Ha apportato qualcosa che non potevamo fare da soli: una nuova idea con sicurezza finanziaria, che aiuterà tutti i Paesi. Dobbiamo proporre un modello economico migliore rispetto agli ultimi anni, che consenta di distribuire benefici con equità a tutti i Paesi”, ha affermato il presidente.

 -Riguardo la competizione della Davis con la Laver Cup e l’ATP Cup. Interrogato su quali siano le sostanziali differenze della Coppa Davis rispetto agli altri due eventi a squadre, David è schietto. “La Coppa Davis è totalmente diversa. Si affrontano alcuni Paesi l’uno contro l’altro, rappresenti i tuoi colori, la tua bandiera e questo è diverso da tutti gli altri eventi che possono offrire. Con gli eventi Atp guadagni punti in classifica, ma qui si lotta per qualcosa che né i soldi né i punti Atp possono colmare, come l’orgoglio del tuo paese. Inoltre, il premio dell’evento è maggiore di qualsiasi altro torneo. Volevamo creare un ottimo prodotto e pensare che tra una settimana ci saranno 18 Paesi in attesa che l’evento inizi subito”, riflette.

-Infine, l’argomento più scottante riguarda la posizione di Federer. “Se non è lì, non è perché non voleva, ma perché la Svizzera non si è qualificata. Sia lui che Gerard sono persone fantastiche e sono sicuro che se si sedessero a parlare, capirebbero di avere molte cose in comune”, ha detto un Haggerty che si è soffermato sulla possibilità dello svizzero e di altri grandi giocatori di giocare alle Olimpiadi, nonostante non abbiano giocato la Coppa Davis lo scorso anno. “Abbiamo regole specifiche. Coloro che giocheranno il primo turno del prossimo anno, come Nishikori, si qualificheranno. Nel caso di Roger, la Svizzera ha la possibilità di nominarlo secondo un criterio specifico: essere stato medaglia in passato”.

di Donato Marrese

 

Redazione Tennis Circus

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