Federer dopo Sock: l’importante è che mi vada di giocare

Inaspettato è il termine più calzante. Solo in questo modo si può definire, a poche ore dall’incontro, la finale di questo prima Master 1000 della stagione. Perché se in pochi si sarebbero aspettati di rivedere il campione svizzero arrivare in maniera così lineare in finale, in pochissimi avrebbero scommesso sul continuare di questo andamento disastroso da parte di Djokovic e di Murray.

SVIZZERA ON THE TOP – Però intanto a giocarsi il primo titolo importante dopo gli open di Australia sono gli eterni amici-connazionali Federer e Wawrinka. Roger ha strapazzato Jack Sock in semifinale (su cui andrebbe aperta una grande parentesi perché si sta dimostrando un signor giocatore) col punteggio di 6-1 7-6: «Penso di aver giocato davvero bene nel primo set. Vedevo molto bene la palla e penso di aver approfittato anche di un set non giocato molto bene da Jack. Nel secondo set invece c’è stato un maggior equilibrio e una grande difficoltà nel procurarsi il break. Forse avrò anche un pelo calato il mio livello, però mi sono affidato di più alla seconda di servizio. Però sono felice di essere di nuovo in finale». E su Wawrinka? «Con lui forse posso anche essere in vantaggio nei precedenti, ma molti di quei match sono vecchi. Arrivati quando ero decisamente favorito e lui in top 30. I match più recenti sono stati molto più equilibrati. Non penso di essere in vantaggio e, anzi, ritengo abbia migliorato enormemente il suo modo di esprimersi nei campi in cemento, altrimenti non avrebbe vinto l’US Open. Lui è bravissimo a difendersi e a capovolgere l’inerzia del punto da difensiva in offensiva. Io ho un’attitudine proiettata all’attacco, lui ha bisogno di più tempo, vediamo se mi riesce di mettergli fretta».

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RESTO DELLA STAGIONE – Ad oggi la Race mette Federer al primo posto, la durata di questo dato dipenderà sicuramente anche dalla programmazione sulla terra dello svizzero: «Ad oggi non so ancora quale sarà la mia programmazione dopo Miami. In ogni caso la classifica non è assolutamente una priorità. Le decisioni che prenderò dopo Miami saranno solo in funzione della mia salute, della motivazione e della voglia di giocare i tornei a cui intendo iscrivermi. Sono altresì sicuro di non voler giocare troppo e di stancarmi viaggiando, magari solo per fare piacere alla gente. Io voglio che il pubblico veda il vero Federer, quello che non vede l’ora di imbracciare la racchetta. Questa è la vera promessa che mi sono fatto, giocare solo se si ha questa volontà. Per cui vedremo dopo Miami». Viene però in mente la possibilità che Roger, visti i problemi degli avversari, possa concludere quest’impresa epica di tornare numero 1 a fine anno: «Dovrei portare a casa almeno un altro slam. La possibilità ci sarebbe tanta, ma anche se gioco bene i tornei come Indian Wells, i punti veri per la vetta si prendono negli Slam. Ma potrebbe anche non bastare, perché sicurament Murray e Djokovic torneranno ai loro livelli. La loro presenza o assenza non cambia la mia programmazione. È ovvio che mi piacerebbe tornare numero 1, ma la classifica non la priorità. Voglio restare sano, godermi i tornei che gioco e se li vinco anche meglio». Eppure intanto lo svizzero ha in bacheca 89 trofei: «Si, è vero, ma non punto a vincere 100 trofei. Sarebbe bellissimo, ma penso sia ancora troppo distante. Ripeto che alla fine sono molto contento di essere in salute. Se penso a qualche mese fa, ero già felicissimo di questo, figuratevi se pensavo ai 100 titoli. Ero contento di poterne giocare dieci di tornei. Vedremo come starò fra qualche mese e quanti altri titoli avrò vinto allora, dai». E vediamo se arriverà il trofeo numero 90 proprio ad Indian Wells.

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