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Grigor Dimitrov: il peso del paragone

Grigor Dimitrov è tornato. Questo dicono i numeri da quando è iniziata la sua collaborazione con Daniel Vallverdu, ex allenatore di Andy Murray e Tomas Berdych. Ma analizziamo meglio la storia del ragazzo di Haskovo.

LA CARRIERA –
Grigor Dimitrov fin dalla sua entrata nel circuito dei grandi dopo un’ottima carriera juniores – numero 1 al mondo, Wimbledon e Us Open – viene marchiato come futuro-Federer, paragone che gli costerà caro nella sua carriera. Dopo alcuni buoni anni, Dimitrov fa il vero salto di qualità nel 2014, quando raggiunge i quarti agli Australian Open, vince Acapulco, Bucarest e il Queens, e più importante di tutti arriva in semifinale a Wimbledon, battendo nei quarti il campione in carica Andy Murray. Dimitrov raggiunge così il suo best-ranking all’ottava posizione mondiale. Da questo momento la carriera di Grigor subisce un inaspettato capovolgimento. Il 2015 è un anno poco eclatante per Grigor, che non colleziona nessun risultato di spicco e chiude l’anno alla 28esima posizione mondiale. I primi sette mesi del 2016 sono un vero disastro per Grigor che scende fino al numero 35, e perde partite assurde come quella con Schwartzman a Istanbul dove in finale viene squalificato dopo l’ennesima racchetta distrutta.

LA CURA VALLVERDU – Ma proprio quando tocca il fondo Grigor inizia a risalire, decide di ingaggiare Daniel Vallverdu, ex coach di Murray(in seconda a Lendl) e di Berdych. Con Vallverdu i risultati cominciano da subito a farsi vedere con i quarti a Toronto, le semi a Cincinnati e gli ottavi agli Us Open. Risultati che gli hanno permesso di rientrare nelle posizioni che contano, precisamente al numero 21 e la strada sembra ancora lunga.

200 VITTORIE – Con la vittoria contro Dusan Lajovic nel torneo ATP 250 di Chengdu di questa settimana, Grigor Dimitrov ha potuto così raggiungere l’importante traguardo delle 200 vittorie in carriera.

Gianluca Henry

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