I dieci migliori libri sul tennis

[tps_title]Il tennis come esperienza religiosa (D.F. Wallace)[/tps_title]

Infinite jest e Il tennis come esperienza religiosa

Negli anni della giovinezza e ben prima di diventare il più grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti. Il tennis è rimasta una delle sue grandi passioni, tradotta nelle pagine di “Infinite Jest” e “Tennis, TV, trigonometria e tornado”. Ma soprattutto in due saggi, qui raccolti insieme per la prima volta, e dedicati rispettivamente a Roger Federer e a un’epica edizione degli U.S. Open. Ma anche a mille altre cose: lo scontro omerico tra il talento e la forza bruta, tra la bellezza apollinea di una volée perfetta e gli interessi economici “sporchi” che ruotano intorno a ogni sport. Il tutto, nella lingua immaginifica e inimitabile che i fan di David Foster Wallace hanno imparato da tempo a conoscere e amare.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8806233122&linkId=89a2d58b44ab910d74de989d567ef2a4&bc1=ffffff&lt1=_top&fc1=333333&lc1=3272ad&bg1=ffffff&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Open (A. Agassi)[/tps_title]

Costretto ad allenarsi sin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l’odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l’autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l’orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l’austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8806229729&linkId=bd2e18f7446182eb15e1a3a9031f0b3b&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Non puoi dire sul serio (J.McEnroe)[/tps_title]

Era una fede, una trasgressione senza anagrafe, non potevi non guardarlo. SuperBrat, il supermoccioso, genio (molto) e sregolatezza (non di meno). Leggendari i suoi colpi, rasoiate o carezze. Altrettanto la sua irascibilità, le sfuriate contro arbitri, avversari, giudici di linea, a volte spettatori. Broncio perenne e la miccia dell’isteria sempre sul punto di prendere fuoco, per ogni ingiustizia vera o presunta. Come quando a Wimbledon urlò reiteratamente e a squarciagola il suo “You cannot be serious!” (Non puoi dire sul serio!) in faccia all’arbitro. O quando apostrofò i giudici di linea gridando: “Voi non siete umani!”. O quando, interrompendo una partita, si rivolse a uno spettatore che lo infastidiva domandandogli: “Che problemi hai, a parte essere disoccupato, un cretino e un idiota?”. Nato in una base militare statunitense nell’ex Germania Ovest e cresciuto nel Queens, John McEnroe è l’icona anticonformista di un’epoca, oltre che di uno sport. Ha respirato l’aria rarefatta e gelida del vertice, quel punto in cui è difficilissimo arrivare e ancor più rimanere. La cima della montagna. Lì fa freddo e sei solo. Solo veramente, assolutamente, e con una fila di gente che vuole buttarti giù. Oggi racconta tutto, in una biografia che diventa romanzo di una vita. Il mondo del grande tennis professionistico, da Borg ad Agassi, e la New York psichedelica di una stagione leggendaria. Le ragazze, i matrimoni, lo sballo, i trionfi, i rovesci, gli schiaffi presi dalla vita. Racconta tutto John. E dice proprio sul serio.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8856644924&linkId=7a4c82301714dbe2f168fe1b52f914ea&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]500 anni di tennis (G.Clerici)[/tps_title]

Dopo aver frugato sottotetti e cantine, consumata una scrivania del British Museum, intervistato più di settecento addetti ai lavori, un giovane Clerici aveva finalmente dato alle stampe, nel 1974, il suo riassunto di ben 500 anni di tennis. Le risultanze di questa fatica erano state le traduzioni in Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Giappone, e insomma il successo mondiale. “Il libro italiano più conosciuto dopo la Divina Commedia e Pinocchio” aveva affermato Enzo Biagi, mentre un altro estimatore di Clerici, Italo Calvino, l’aveva definito “uno scrittore in prestito allo sport”. C’era tuttavia in questa etichetta, che Calvino voleva generosa, l’involontaria riserva di una società letteraria legata a vecchi schemi, non sappiamo più se snob o provinciali. Da allora, non meno di dieci romanzi, due volumi di racconti e due di poesie avrebbero raccontato in primo piano, o sullo sfondo, l’uno o l’altro sport, un fenomeno sempre più importante della società contemporanea. Per non parlare di due commedie, entrambe ispirate a quella che Clerici chiama “la mia maitresse”, la grande tennista Suzanne Lenglen, alla quale è ovviamente dedicato uno dei più struggenti capitoli di questo libro. Nuovamente rivisto e aggiornato, “500 anni di tennis” ritorna a proporsi non solo agli appassionati di questo sport – o meglio gioco – come la summa di una evoluzione storica, ma offre anche una lettura sociologica, e una squisitamente umana…

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8837023820&linkId=130c842312cc71bf9c5705c2bfd07c60&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”>
</iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Game set match. Borg, Edberg, Wilander e la Svezia del grande tennis (M.Roosvald e U.Holm)[/tps_title]

Tra gli anni Settanta e Novanta il grande tennis parla svedese. Un Paese di appena 8 milioni di abitanti balza ai vertici del tennis mondiale grazie a tre mostri sacri: Björn Borg, Mats Wilander e Stefan Edberg. Borg era entrato nel mondo del tennis inventando il rovescio a due mani. Convocato a soli 15 anni in Coppa Davis, colleziona in pochi anni innumerevoli primati fino alla quinta vittoria consecutiva a Wimbledon contro McEnroe, una delle partite più belle di ogni tempo. Dopo di lui altri due grandi, Wilander e Edberg, hanno reso la Svezia la regina del tennis occupando a turno il primo posto della classifica Atp. I tre hanno vinto in totale 24 titoli del Grande Slam. Attraverso racconti, aneddoti e testimonianze su loro e sui grandi tennisti dell’epoca (da Panatta a Nastase, da Mc Enroe a Ashe), il libro ripercorre gli anni d’oro di una nazione in cui il tennis era più di uno sport nazionale: ogni città aveva decine di campi e si organizzavano addirittura tornei all’interno dei singoli condomini. La Svezia aveva saputo preparare il proprio successo investendo nella scuola e nel welfare, mettendo lo sport, e il tennis in particolare, al centro della formazione dei propri cittadini.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8867831186&linkId=1ec545847afaf98e1f5ad9ed793be96a&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Tennis (J.McPhee)[/tps_title]

Se c’è un libro in grado di dividere i lettori fra chi rischia di contrarre in una forma o nell’altra il morbo del tennis, e chi invece ne risulta immune, è questo. Dove si rivive, un punto dopo l’altro, la semifinale di Forest Hills 1968 fra Arthur Ashe e Clark Graebner – la prima disputata da un tennista nero agli albori dell’era Open, ma anche e soprattutto la prima partita di tennis raccontata dall’interno del luogo enigmatico e fino ad allora inesplorato che il gioco abita, e spesso devasta: la mente del tennista. Guardandola per caso alla CBS, John McPhee era subito rimasto incantato dal magnifico arabesco che i colpi dei due protagonisti – diversi in tutto, e in primo luogo nello stile – disegnavano sull’erba. Ma rivedendo il match insieme a Ashe e Graebner ascoltandone i racconti, trascrivendone le reazioni – McPhee lo ha poi ricostruito, in Livelli di gioco, con due soli accorgimenti: la demoniaca accuratezza descrittiva che ha fatto di lui una leggenda della narrativa americana, e i veri ingredienti del tennis: collera, spavento, esaltazione, freddezza, sconforto, orgoglio. Gli stessi che qualche mese prima McPhee aveva scoperto vivendo per quindici giorni a pochi centimetri di distanza dal prato su cui il tennis moderno è nato, per ascoltare e poi ritrarre dal vero, nel secondo pezzo che compone questo libro, uno dei suoi personaggi più indimenticabili: Robert Twynam, giardiniere capo di Wimbledon.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8845926877&linkId=61ac3a675520c64ebb6dc03270ecc674&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Impara a vincere (P.Mouratoglou)[/tps_title]

È la mente, non la racchetta, lo strumento principale del tennis. E il talento da solo non basta a fare un giocatore. Senza determinazione, volontà, sacrificio, impegno e concentrazione anche il miglior tennista soccombe. Lo sa bene Serena Williams, che nel 2012, a trent’anni suonati, sembra finita, senza più futuro. È allora che si affida a lui, Mouratoglou, soprannominato il “Mentalista” sia per la sua capacità di concentrazione sia per l’attenzione alla psiche del suo atleta. E con la sua guida non torna solo a vincere. Entra nella leggenda del tennis, arrivando al n° 1 del ranking WTA. “La volontà è un muscolo che va tenuto in allenamento perché non ci abbandoni quando dobbiamo prendere le decisioni importanti. Io ero destinato a essere un mediocre, ma mi sono battuto per cambiare il mio destino. Ero malato e ho ritrovato la salute. Ero indeciso e ho imparato a condurre la mia vita come volevo. Ero pauroso e sono diventato temerario. Tutto è possibile, niente è fissato per sempre.” Questo è il suo credo, quello che trasmette ai suoi atleti. Chi si affida a lui, vince. Raccontando i suoi successi, e i suoi sbagli, Mouratoglou svela le basi del suo metodo per consentire a tutti di sfruttare al massimo il proprio potenziale e vincere la guerra del tennis. refazione di Serena Williams.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=885665234X&linkId=fe2ca6c7286ab8484120abd69bb03ca9&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Rafa. La mia storia (R.Nadal)[/tps_title]

Rafael Nadal, uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, sa cosa significa essere il migliore nel suo sport. È arrivato al top giovanissimo, bruciando record su record prima di chiunque altro. Originario dell’isola di Maiorca, dove il “clan” Nadal, una famiglia solida e unita, vive da generazioni, fin dall’età di quattro anni viene allenato dallo zio Toni, geniale e inflessibile, ed educato dai genitori all’umiltà e al rispetto. Così Rafa riesce nel compito più difficile per un campione precoce qual è: essere una celebrità internazionale amata e invidiata pur rimanendo un ragazzo dai modi gentili e cortesi, senza grilli per la testa, nonché un modello di infaticabile disciplina. In questo libro, scritto con il giornalista John Carlin, scopriremo i segreti del suo gioco adrenalinico, entreremo con lui nel labirinto della mente di un atleta durante un match, condivideremo gli alti e bassi della sua carriera, dalla vittoria nella finale di Wimbledon 2008 contro Federer, in quella che fu definita da John McEnroe “la più bella partita della storia”, fino ai numerosi infortuni che ne hanno minacciato la carriera. E per la prima volta conosceremo il “ragazzo” Rafa, timido e ansioso, e il “campione” Nadal – una macchina da guerra addestrata per vincere.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B005UKFZW8&linkId=03108fcc114c7d9f5e4dfdb41a9bf1e4&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Il punto vincente (N.Djokovic)[/tps_title]

Nel 2011 Novak Djokovic è stato protagonista di quella che i giornalisti sportivi hanno chiamato «la migliore stagione nella storia del tennis»: ha vinto 10 titoli, 3 Grandi Slam e 43 match consecutivi. Eppure, fino a due anni prima, riusciva a malapena a completare un torneo. Come ha fatto un giocatore tormentato da dolori, difficoltà respiratorie e infortuni sul campo a diventare improvvisamente il numero uno al mondo? La risposta è sorprendente: ha cambiato la sua alimentazione. Dall’infanzia sotto le bombe a Belgrado fino a raggiungere il successo, Djokovic spiega, con voce convincente e sincera, la sua storia e il suo «metodo». E rivela il segreto che gli ha cambiato la vita e che può migliorare quella di ognuno di noi. La scoperta della sua intolleranza al glutine gli ha imposto una «svolta » che lo ha reso un atleta più forte, leggero, veloce e resistente. Più concentrato e più in forma, è riuscito a realizzare il suo sogno di bambino: vincere Wimbledon e conquistare la posizione numero uno nella classifica ATP. Ma la vera rivelazione sta nel fatto che il suo programma può essere di aiuto a tutti, non solo agli sportivi. “Il punto vincente” guida i lettori lungo un piano in 14 giorni per eliminare lo stress, perdere i chili di troppo e diventare più sani, più forti e più lucidi in ogni momento della vita, grazie a consigli pratici, menù settimanali e deliziose, semplici ricette. Non c’è bisogno di essere un superatleta per cominciare a sentirsi meglio: l’eccellenza fisica e mentale è un obiettivo a portata di tutti. Bastano due settimane.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8868363151&linkId=343f7f54e5bdc5dc391b270a99468997&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

[tps_title]Vincere sporco (B. Gilbert)[/tps_title]

“Io ho vinto un sacco di partite che avrei dovuto perdere. Tu hai perso un sacco di partite che avresti dovuto vincere. Penso di poterti essere utile”. Grazie a queste parole, Brad Gilbert divenne il coach di Andre Agassi e in un anno e mezzo lo riportò al numero uno del ranking mondiale. Con i suoi suggerimenti tu non diventerai il più forte giocatore del mondo, ma è molto probabile che farai un salto di qualità mentale che ti servirà dentro e fuori dal campo.

Compralo su Amazon! [fnc_embed]<iframe style=”width:120px;height:240px;” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ scrolling=”no” frameborder=”0″ src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=tenniscircus-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8880686364&linkId=5f1c526fa8c1b23c6ab79a89b2deb69a&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr”> </iframe>[/fnc_embed]

Exit mobile version