Jarry, il gigante terraiolo

Non capita spesso di trovare i cosiddetti giganti che giocano bene sulla terra rossa; basti pensare per esempio a John Isner o Ivo Karlovic, amanti delle superfici veloci, che nei tornei più lenti hanno sempre faticato anche solo a superare i primi turni. Nicolas Jarry invece, soprattutto in queste due ultime settimane, sta stupendo un po’ tutti e a detta di molti la sua crescita può portarlo anche tra i primi cinquanta al mondo.

Nato nell’ottobre del 1995 in Cile, è cresciuto sulle orme del suo idolo Fernando Gonzalez, mano di pietra, e sicuramente ha preso molto da lui nello stile di gioco aggressivo. Nicolas infatti, oltre all’ottimo servizio che madre natura gli ha donato grazie all’altezza, anche da fondo campo predilige scambiare picchiando forte e conquistandosi il punto con dei diritti al fulmicotone.

Aiutato da una famiglia di sportivi (entrambi i genitori sono giocatori di pallavolo professionisti), è cresciuto nel suo paese per poi trasferirsi nel 2011 in Florida presso la Canas Tennis Academy.

In questo 2018 Jarry ha già guadagnato 21 posizioni e da lunedì prossimo sarà sicuramente almeno numero 66 grazie alla semifinale raggiunta e ancora da giocare a San Paolo contro Horacio Zeballos. L’anno scorso ha disputato molti Challenger vincendo a Medelin, Quito e Santiago 2, perdendo in finale a Morelos e a Santiago e approdando ai primi turni del Roland Garros e Wimbledon.

Nonostante l’altezza quindi, Jarry è un gigante da terra e con la stagione terraiola europea alle porte vedremo se sarà in grado di confermarsi sui buoni livelli messi in mostra in Brasile. Il Cile ha bisogno di un nuovo idolo, il tennis di un nuovo gigante giovane polivalente in grado di servire e giocare bene tutti i colpi.

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