La stranezza del ranking ATP

Il ranking dà, il ranking toglie: come Nadal era diventato numero uno del mondo standosene comodo a casa e vedendo perdere Federer al primo turno a Miami, anche lo svizzero ora tornerà al comando della classifica saltando tutta la stagione sul rosso complice la sconfitta del maiorchino a Madrid contro Thiem.

Questi cambi di posizione senza giocare non sono poi così impossibili e come abbiamo visto alimentano spesso polemiche: è giusto che un tennista guadagni posizioni per la sconfitta di un avversario? L’attuale ranking ATP tiene conto dei risultati raccolti nelle ultime 52 settimane, con l’obbligo di inserire quelli ottenuti negli eventi più importanti, per un totale di 18 tornei. Si tratta soprattutto di un sistema per garantire ad ogni torneo la partecipazione dei migliori tennisti che sono costretti a non rinunciare a troppi tornei disputati l’anno precedente per non perdere una grossa quantità di punti.

Per esempio, il Djokovic cannibale del 2011 ha totalizzato una marea di punti che però l’anno successivo ha dovuto difendere: se anzichè vincere due tornei vinti l’anno prima, si fosse fermato in finale avrebbe perso importanti punti e magari qualche posizione in classifica se gli avversari si fossero di molto migliorati rispetto all’anno prima.

Molti esperti stanno studiando sistemi differenti di calcolo e da qualche anno è nato l’Universal Tennis Rating (UTR), molto in voga soprattutto a livello giovanile. Questo metodo valuta i giocatori in una scala che va da 1 (principiante assoluto) a 16,5 prendendo in considerazione gli ultimi trenta match giocati nei dodici mesi, con il trend aggiornato ogni tre mesi. Non conta inoltre soltanto vincere o perdere: un sofisticato algoritmo premierà anche i giochi vinti in base alla differenza di valutazione tra i due contendenti.

Per ora l’ATP continua con il suo sistema di calcolo, ma noi siamo sicuri che unendo questi sistemi e con qualche novità la classifica mondiale potrebbe rispecchiare valori il più reali possibili premiando veramente il livello di gioco e non solo il grado di partecipazione a determinati tornei.

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