Quando il cuore va oltre il fisico

L'uomo di Davis per antonomasia: Fabio Fognini quando veste azzurro tira sempre fuori il meglio di sé e contro il Giappone ha dato prova delle sue abilità da maratoneta.

Undici ore e quarantuno minuti: tanto è voluto a Fabio Fognini per battere nell’ordine Taro Daniel, la coppia McLachlan-Uchiyama con Bolelli e Yuichi Sugita e portare l’Italia ai quarti di finale di Coppa Davis.

Nel primo singolare, sotto due set a uno, ha rimontato da vero campione imponendosi 6-2 al quinto set dopo tre ore e cinquantasei minuti di gioco. Anche in doppio la battaglia è stata dura, mentre nell’ultimo singolare Fognini ha toccato il record stando in campo quattro ore e otto minuti per portare a Barazzutti il punto decisivo.

Nel tennis moderno la componente fisica richiede una preparazione fondamentale e Fognini tra i tennisti di vertice ha sempre avuto una particolare abilità nel sapere coprire il campo alla grande con recuperi mozzafiato e difese pazzesche. Dodici ore in campo in tre giorni è un record che lo ha portato ad essere stremato al termine dell’ultimo match come si vede dall’esultanza finale.

L’aspetto mentale invece è sempre stato il punto debole di Fabio, ma in Davis si trasforma ed è sempre riuscito a sfoderare prestazioni eccellenti come la vittoria su Murray a Napoli. L’Italia punta tanto su Fognini e lui deve essere in grado di rilanciarsi da un punto di partenza per far brillare il suo talento che nessuno mette in dubbio.

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