Rafa Nadal: “Continuo a essere felice con la mia professione”

Nonostante le critiche e la quasi totale messa in discussione del suo finale di carriera da campionissimo, Rafael Nadal ha semplicemente chiuso un anno difficile senza titoli Slam, dimostrando di essere “umano”, vivendo un periodo di transizione del tutto naturale per i giocatori molto fisici che si avvicinano ai “trenta”, con la certezza incrollabile che il suo status di leggenda del tennis ed il suo nutrito gruppo di fan e sostenitori andranno comunque ad impreziosirsi sempre di più con il tempo.

Il campione spagnolo si è concesso a “Woman Madame Figaro” per un’intervista in occasione della nuova campagna del noto brand “Tommy Hilfiger”, con la neonata fragranza “Bold” che offre l’ennesima opportunità di confrontarsi con il maiorchino su presente e futuro.
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Perché pensi che la gente ti ami così tanto? Non è così per tutti i grandi atleti…”

Lo sport è molto importante nella vita di molte persone, è presente nella loro vita quotidiana ed allo stesso modo è presente nella nostra. Inoltre, gli atleti hanno l’obbligo di comportarsi bene, abbiamo una responsabilità verso la società perché siamo uno specchio, soprattutto per i bambini.

Ecco perché ti arrabbi così poco…

Ho lavorato duramente sull’autocontrollo (ride). Io di solito non mi arrabbio, neanche quando perdo; anzi, ho bisogno che mi sia detto cosa non va. La mia squadra ha piena libertà di dire le cose in faccia, quando faccio bene e quando sbaglio. Se non fosse così, mi sentirei una grande delusione, visto che non ho mai sparato a nessuno. L’autocritica è fondamentale per mantenere un gruppo di lavoro. Sono generalmente una persona abbastanza facile e non ho grossi problemi con nulla.

Quando si guarda indietro, hai avuto una vita facile, sacrificata, esigente, felice?

L’importante è che riesco ad essere felice con quello che faccio, con la professione che ho scelto. E dieci anni e 14 titoli del Grande Slam dopo, sento di non essere cambiato così tanto, ho mantenuto gran parte di quel ragazzo naturale, calmo e timido con la testa bene fissa sulle spalle che ero nel 2005.

 

Il Nadal schiacciasassi che si è visto sui campi da tennis nell’ultimo decennio è sempre stato accompagnato da un alter ego semplice e trasparente, ritrovato a 30 anni – in un momento piuttosto complicato – sempre in maniera posata e matura, con la voglia di divertirsi e divertire, di essere se stesso e di non lasciare ulteriore spazio a tutti quei pessimisti che lo danno per spacciato.

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