US Open, Djokovic: “Giocare in queste condizioni è brutale”. Federer “Nole è il miglior atleta del circuito”

Il grande caldo di New York l’ha fatta da padrone durante le prime giornate degli US Open. Nove tennisti, tra uomini e donne, sono stati costretti al ritiro e molti altri hanno patito le difficili condizioni in cui sono stati costretti a giocare. E se, sotto la calura e l’umidità americane, boccheggia (rischiando di rimettere) uno come Nole, che anche Roger considera fisicamente incredibile, allora c’è davvero da crederci.

Il primo turno degli US Open 2018 è ormai alle spalle e tutti i principali candidati al titolo maschile hanno fatto il loro dovere. Una New York rovente però, e con un elevato tasso di umidità, ha complicato – e non poco – la vita soprattutto a quei giocatori che sono scesi in campo nella sessione diurna. Ben otto tennisti nel tabellone maschile ed una in quello femminile sono stati costretti al ritiro, e molti altri hanno evidenziato gravi difficoltà a sopportare queste estreme condizioni di gioco.

Uno in particolare a mostrare problemi è stato Novak Djokovic. Il serbo, a causa dell’eccessivo calore patito nel corso del secondo set, è arrivato a richiedere la presenza del cardiologo durante l’incontro con l’ungherese Fucsovics, facendosi portare addirittura un secchio, sentendo di essere sul punto di rimettere.

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È stata una partita molto dura, è costata molto ad entrambi, ma non siamo stati gli unici. Ci sono stati quasi 10 ritiri, mi sembra. Ritengo che giocare in queste condizioni sia brutale, ma è così che vanno le cose”, ha dichiarato Nole all’inizio della conferenza stampa. “Ho dovuto trovare un modo per uscire dalla fossa in cui ero. Ero un set pari e un break sotto nel terzo e penso che il punto di svolta sia stato sul 4-3, con lui al servizio. Lì ho fatto una buon game e ho visto che lui iniziava ad essere più lento e ad avere qualche problema fisico. Dopodiché non ho più perso un game fino alla fine della partita. Quella pausa di 10 minuti è qualcosa che apprezzo e considero necessaria, sono contento di averla avuta. Era la prima volta e ne avevamo entrambi bisogno”, ha continuato.

Alla domanda su cosa ha fatto durante quella pausa, il serbo ha riconosciuto con una risata di aver fatto un bagno di ghiaccio insieme al suo avversario. “È stata una sensazione meravigliosa, lottare per due ore e mezza contro un altro ragazzo ed un minuto dopo sei accanto a lui, nudo, nella stessa vasca senza che la partita sia ancora finita”, ha detto un Djokovic che spera che delle condizioni così estreme non si ripetano nelle prossime giornate. “Non è stato facile, ma voglio ringraziare tutti per il supporto e la pazienza di stare con me fino alla fine della partita“, ha concluso.

Parole di elogio per le qualità fisiche, e non solo, del serbo le ha spese anche Roger Federer, secondo cui Novak Djokovic può essere considerato colui che si muove meglio su un campo da tennis. In una recente intervista, il giocatore svizzero ha infatti parlato delle grandi doti di Nole e di come si sia evoluta nel corso degli anni la loro rivalità.

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Penso che sia iniziata come una rivalità da semifinale, perché io e Rafa siamo stati per molto tempo primi e secondi in classifica, e lui era sempre terzo o quarto“, ha detto Federer. “Per questo all’inizio della sua carriera ci siamo sempre incontrati in semifinale, diciamo. Poi le cose sono cambiate. Lui è diventato il numero 1 ed a volte ci siamo ancora incontrati, come l’anno scorso, in semifinale, ma abbiamo iniziato a giocare molto più spesso nelle finali e nelle partite più importanti come agli US Open e Wimbledon e così via. Penso che sia davvero diventata una rivalità molto bella. Credo che entrambi giochiamo molto bene da avversari, e sembra che alla gente piaccia anche il modo in cui lo facciamo. Non dobbiamo adeguare i nostri stili di gioco l’uno all’altro, cosa che penso sia anche carina. Possiamo semplicemente mettere in campo il nostro gioco, e poi vince il migliore. È stato bello vedere i miglioramenti di Novak in tutti questi anni. È diventato un giocatore incredibile, specialmente gli ultimi cinque, sei anni, ha ripulito il suo gioco in modo così piacevole ed è diventato il tennista che si muove meglio di tutto il circuito. È davvero un piacere giocarci contro ogni volta.

Roger ha poi continuato l’intervista ricordando le prime volte in cui si è sentito nervoso da professionista: “Probabilmente la peggiore è stata la volta con Sampras a Wimbledon, perché era la mia partita sul Centre Court e la mia prima contro Pete. Lì ricordo le mani fredde, il nervosismo, il battito accelerato. Lo senti che non è la solita partita, sai, quel tipo di cose. Ma lo sono stato probabilmente anche in altre occasioni, come le prime finali a Milano o il primo titolo che ho vinto lì, ma prima forse anche a Marsiglia. Sono quei momenti in cui qualcosa accade per la prima volta. È come quando devi andare da una ragazza e parlarle perché ti piace. È quando non ci sei abituato, che le cose ti spaventano di più.”

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