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Il diario di Linda Alessi: “Vi racconto i raduni a Tirrenia”

di Linda Alessi

Eccomi di nuovo qui a scrivere il primo articolo che apre il mio diario, direttamente da Doha (Qatar).

Oggi volevo parlarvi di Tirrenia, il centro federale CONI di preparazione olimpica, non solo del tennis, ma anche di altri sport come rugby, ginnastica artistica, baseball, calcio… Io, solitamente, vado lì per dei raduni periodici con i migliori 2001, e quest’anno anche 2002, sia maschi che femmine.

TRE GIORNI DI TEST – Sono 4/5 raduni all’anno che servono per fare test fisici di ogni tipo: velocità, resistenza, elasticità, lancio della palla medica, salti, controllo del peso e dell’altezza. Vengono fatti anche test ed esercizi per gli occhi (sport vision) e consultazioni con lo psicologo principale della federazione.

 

Tutto questo in circa 3 giorni, dalla mattina alla sera (doppia seduta), quindi molto impegnativo, soprattutto dal punto di vista mentale e fisico, per chi, come me, frequenta ancora la scuola statale ed è abituato a fare quasi sempre una sola seduta di allenamento. Insomma Tirrenia costituisce un’ottima occasione per un miglioramento ed un confronto.

RAGAZZI E PROFESSIONISTI – Vi si allenano anche molti professionisti, sia uomini che donne, ed è anche la sede del CTP under 18. Ottenendo la convocazione, credo che in ogni ragazzo emerga un senso di gratificazione e soddisfazione che potrebbe assomigliare ad una sorta di premio per il lavoro che sta svolgendo con il proprio team. Ad ognuno di loro la federazione garantisce molte opportunità come allenarsi nelle varie sedi dei ctp con i ragazzi della stessa età o come avere alcuni tornei spesati. Ad esempio, io ora sono a Doha in Qatar per disputare due tornei ITF, cioè under 18, con la federazione. Siamo 9 ragazzi, 3 femmine e 6 maschi, accompagnati da due tecnici del CTP, Nicola Fantone e Martin Pereyra, rispettivamente di Bari e di Vicenza.

Quindi, quando si va a Tirrenia, al di là della soddisfazione per la convocazione, si potrebbe avere anche un minimo di tensione, soprattutto la prima volta, perché c’è la supervisione dei tecnici federali che non si conoscono quanto le persone che ogni giorno seguono il ragazzo. Ognuno, poi, ha il proprio carattere e la vive in modo diverso. Tutti gestiscono le emozioni in modo diverso: c’è chi lo fa meglio, chi lo fa peggio.

VOLONTÀ E PASSIONE – Tutto ciò, però viene alleggerito dal fatto che una volta là, oltre al tennis, ci sono gli amici e, di conseguenza, più divertimento. I tecnici cercano di trasmettere in questi giorni i principi fondamentali per diventare non solo un grande tennista, ma anche una grande persona: la passione, la volontà e il rispetto per se stessi, ma soprattutto per coloro che affiancano il ragazzo nel percorso tennistico e dedicano parte della vita ad esso.

Questi raduni, quindi, devono esser presi come un’occasione, un privilegio per poter giocare e confrontarsi con ragazzi della nostra stessa età, ma anche come uno stimolo per far meglio, per volersi migliorare e per credere di più in quello che uno fa.

Redazione Tennis Circus

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