Quello che penso sul contorno delle NextGen Finals

Dal nostro inviato – Tempo di bilanci per le NextGen Atp Finals, che si sono concluse con la finale di ieri sera vinta da Tsitsipas. Il torneo in sè, come già avevo constatato l’anno scorso, è divertente ed entusiasmante. I giovani giocatori sanno che per arrivare qui hanno sudato per tutto un anno e che probabilmente è il punto più alto della loro, e quindi ad ogni punto che vincono esprimono la loro contentezza con pugnetti o urla, facendo infervorare anche il pubblico.

A proposito del pubblico, gli spettatori mi sono sembrati molto più competenti di quelli che si possono trovare sulle tribune di un Grande Slam, dove a volte ci si reca per il jet set più che per il tennis in quanto tale. Mi spiego: se andate a vedere Wimbledon lo potete dire anche ad uno che non ha mai visto una partita in vita sua e vi capirà, magari impressionandosi, diverso invece il discorso se gli dite che siete andati a vedere le NextGen Atp Finals di Rho. Farebbe la stessa faccia di Messi in quel meme che tutti conoscete (eccone qui sotto una foto per chi ha vissuto su un altro pianeta negli ultimi quattro mesi). E poi, uno a cui non importa il gioco del tennis non viene nel Padiglione uno della Fiera a spendere un minimo di sessanta euro ad un massimo di centodieci per mettere un paio di storie su Instagram. Devi essere appassionato sul serio.                   

Messi-meme                                                  

Ho citato i prezzi perchè sono evidentemente spropositati: quest’anno con un centinaio di euro si accedeva al Philippe Chatrier di Parigi (Roland Garros, specifichiamolo) nel giorno dei quarti di finale in cui si era sicuri di veder giocare almeno quattro dei primi dieci giocatori del ranking. E qui, potreste obiettare voi, c’erano i primi otto. Certo, ma i primi otto under 21, che usciti dal casello di Linate ritornano ad essere i vari 60, 70, 80, 90 o 600 del mondo (vedi Caruana). In ogni caso, da comunicato ufficiale Fit, gli spettatori, nel corso dei cinque giorni, stati quasi ventimila. Considerando che lo stadio è di cinquemila posti, mica male (anche se l’anno scorso ce ne sono stati circa tremila in più). 

Il dj set live nei cambi di campo, con un disc jockey posto in mezzo alla tribuna hospitality, era godibile seppur un po’ “tamarro”, con un repertorio trasversale che variava da Gigi D’Agostino a Gigi Finizio. Diciamo quindi che ce ne era per tutti i gusti e, considerato il pubblico molto giovane, penso sia stato un “plus” molto azzeccato visti i commenti positivi degli avventori.

È logisticamente penalizzante la contemporaneità con l’Eicma, fiera internazionale del ciclo e del motociclo. Il parcheggio adiacente al padiglione adibito per il tennis è stato nel corso della settimana quasi sempre stracolmo, motivo per cui si era costretti a cercarsi un parcheggio a qualche centinaia di metri di distanza. Poco male. Ho trovato poi piuttosto “inadeguati” gli steward posti al di fuori del complesso: non è concepibile che chi abbia un pass, e che quindi sia qui per lavorare e abbia degli orari da rispettare, sia costretto alla coda come tutti gli altri paganti, che tra l’altro erano quelli delle NextGen più quelli dell’Eicma. Parlandone con un collega mi sono reso conto che anche lui ne era rimasto piuttosto sorpreso negativamente, visto che gli era toccata la mia stessa sorte (venti minuti buoni di serpentone, tipo quello dell’aeroporto).

Nel complesso, per l’organizzazione di competenza Fit e Atp e l’atmosfera, mi sento di dare un voto piuttosto alto, diciamo un sette e mezzo. Le Finals si giocheranno nella capitale lombarda fino al 2021, anche se si vocifera che dall’anno prossimo potrebbero cambiare location. Non più a Rho Fiera, ma al Palalido, attuale sede degli allenamenti dell’Olimpia Milano. Ma questa è un’indiscrezione da press room: non fatene parola con nessuno perchè verosimilmente, essendo tale, si giocheranno qui per gli altri tre anni.

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